Omelia (17-12-2024)
Missionari della Via


Meditando in modo superficiale, il Vangelo di oggi potremmo quasi pensare che sia un inutile elenco di nomi e basta. Ma tutti questi nomi non sono un elenco telefonico, ma la genealogia umana di Gesù. Lui non è venuto dal nulla, ma si è incarnato nella storia attraverso la nostra umanità. Anche noi abbiamo una genealogia e questo ci dice che non veniamo dal nulla! Leggendo la genealogia di Gesù Cristo notiamo che vi sono donne straniere, peccatori convertiti come Davide, Salomone che si disperse tra donne e idoli stranieri, e Dio era con tutti questi. Questo è il bello: Dio fa storia con tutti noi. Dio realizza il suo piano di salvezza servendosi di tutti, anche di noi poveri peccatori. Quanta fiducia, quanta pazienza, quanto amore ha Dio per ognuno di noi! Nonostante le nostre miserie Egli continua a scommettere su di noi! Forza dunque non scoraggiamoci perché Gesù nasce per ognuno di noi! Ecco perché alla domanda: qual è il cognome di Dio, papa Francesco così risponde:

«Siamo noi, ognuno di noi. Lui prende da noi il nome per farne il suo cognome. Non ci sono solo i padri della nostra fede, ma anche gente comune. Io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Pedro, di Marietta di Marisa, di Simone, di tutti. Da noi prende il cognome. Il cognome di Dio è ognuno di noi. Prendendo il cognome dal nostro nome, Dio ha fatto storia con noi; anzi, di più: si è lasciato scrivere la storia da noi. E noi ancora oggi continuiamo a scrivere questa storia, che è fatta di grazia e di peccato, mentre il Signore non si stanca di venirci dietro: questa è l'umiltà di Dio, la pazienza di Dio, l'amore di Dio. Se lui ha fatto la sua storia con noi, se lui ha preso il suo cognome da noi, se lui ha lasciato che noi scrivessimo la sua storia, noi da parte nostra dovremmo lasciare che Dio scriva la nostra. Perché, la santità è proprio lasciare che il Signore scriva la nostra storia. E questo è l'augurio di Natale per tutti noi. Un augurio che è un invito ad aprire il cuore: Fa' che il Signore ti scriva la storia e che tu lasci che te la scriva» (papa Francesco, Omelia 7 dicembre 2013).