Omelia (18-12-2024) |
Missionari della Via |
«Mentre però stava pensando a queste cose...». Giuseppe è un uomo che sa riflettere, egli, lacerato interiormente, pensa se la sua decisione di lasciare Maria sia quella giusta. La sua è un'attesa che sa di purificazione, di ricerca con tutto il cuore della volontà di Dio. E così, solo quando Giuseppe perviene ad una soluzione, nei limiti della sua non perfetta conoscenza della realtà, Dio interviene. Solo allora e non prima Dio gli rivelò il suo volere. Quanto è importante quest'insegnamento di Giuseppe! Noi viviamo spesso tormenti interiori che, anche se non paragonabili a quelli vissuti da Giuseppe, ci lacerano. Conflitti, problemi, passi importanti da compiere che riguardano la nostra vita e quella delle persone che ci stanno accanto. Nessuno vede, nessuno comprende fino in fondo quello che si prova in questi momenti. Quando proviamo in noi sentimenti contrastanti, Giuseppe ci insegna che nessuna decisione affrettata va presa perché non si giunge mai alla giusta soluzione. Non serve neanche rimanere per sempre fermi aspettando che magicamente tutto si risolva da solo o che qualcuno prenda decisioni per noi, scaricando poi la colpa su questi quando qualcosa non va nel verso giusto. Arrivano momenti in cui nessuno può decidere per noi, ma ci è chiesta la maturità e la capacità di fare delle scelte. Ad un certo punto della vita accadono cose che ci chiamano a delle decisioni da prendere senza via di fuga. Giuseppe, nella fede, di fronte ad un Dio fino ad allora silenzioso, dovette affrontare la situazione in un primo momento tutto da solo. La sua riflessione, il suo travaglio, il suo desiderio di capire la volontà di Dio per fare la cosa giusta attirò la benevolenza di Dio. Ecco, questa riflessione di Giuseppe sta aprendo la porta del suo cuore per entrare in quel luogo d'intimità così intimo da essere più interiore di qualsiasi intimità. Ebbene, in questo luogo abitato da Dio si può ascoltare la Sua voce che, senza aggiungere né imporre nulla, rivela ciò che Giuseppe aveva in sé fin dall'inizio, ma che non avrebbe potuto riconoscere fino in fondo senza la Sua visita. A ragione sant'Agostino disse: «Rientrato in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore» (s. Agostino). «La vocazione non è frutto di un progetto umano o di un'abile strategia organizzativa. Nella sua realtà più profonda, è un dono di Dio, un'iniziativa misteriosa e ineffabile del Signore, che entra nella vita di una persona seducendola con la bellezza del suo amore, e suscitando di conseguenza un donarsi totale e definitivo a questo amore divino» (Benedetto XVI). |