Omelia (26-12-2024)
Missionari della Via


Perché il Natale non ci sembri solo una nota poetica, il presepe che costruiamo, il bambinello che adagiamo in una mangiatoia, i cenoni che facciamo, la Chiesa, nella sua sapienza, ci presenta oggi il martirio di santo Stefano, il primo a morire per amore di Gesù, il primo a perseverare nella fede e nella testimonianza. «Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato», dice il Vangelo di oggi. Quanto è difficile perseverare nel bene, specialmente quando comporta il soffrire! Spesso, davanti a delle difficoltà, a delle incomprensioni, subentra in noi lo scoraggiamento, pensiamo che non ne valga la pena. Tutto ciò ci sembra strano: si può mai combattere la verità, si può chiudere il cuore all'amore? Sì, si può, è il mistero dell'iniquità. Il prologo del Vangelo di Giovanni lo dice: «La luce è venuta nel mondo ma le tenebre non l'hanno accolta». E non solo le tenebre non hanno accolto la luce, ma scatenano contro di essa tutta la rabbia e l'odio possibile. Chi si appresta a servire il Signore occorre che si prepari alla tentazione, perché l'azione del male sarà sempre più forte. «La lotta tra il bene e il male è la lotta tra la mentalità del Vangelo e quella del mondo. Quest'ultimo appare sempre più forte perché detiene il potere, usa la violenza, ha la forza del denaro, dell'egoismo, della sopraffazione. Manipola la cultura, la comunicazione, cambia il nome alle cose, cerca di far passare come bene il male e chiama male il bene. Apparentemente sembra sempre che vinca, ma Gesù ci ha insegnato che così non è» (don Luigi M. Epicoco). In questo combattimento, sull'esempio di santo Stefano che ha pregato e perdonato i suoi uccisori, chiediamo al Signore la grazia di non rispondere al male con il male, ma con il bene. «È questo perdono la vera vittoria sul male. Se, invece, con la scusa di difendere il Vangelo, diventiamo più cattivi e spietati del mondo, allora lì si che il mondo ha vinto» (don Luigi M. Epicoco).

«Per coloro che hanno la missione di svegliare, fratelli e sorelle che li circondano il gallo, col suo canto è un bel modello: canta, fedelmente quando è tempo di svegliare l'alba, e quando il sole, con i suoi raggi, rompe l'orizzonte, si sente appagato: fedele, ha compiuto la sua missione! E coloro che dovrebbero risvegliare le coscienze, le creature umane, i gruppi, i popoli son così fedeli come i galli. E son felici come i galli, nella loro missione?» (Helder Camara).