Omelia (22-02-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
A Cesarea di Filippo... Cesarea di Filippo, a Nord di Gerusalemme si trova vicino alle fonti del fiume Giordano. Tra le cascate e tra rive scoscese è circondato dai tempi pagani in una zona di una religiosità nella quale antichissime mitologie convivevano in un forte sincretismo. Gesù parla ai suoi discepoli in una piccola radura ricavata tra le rocce. In un luogo solitario favorisce una speciale intimità di un incontro con la solennità di momento importante dove Gesù, rivolgendosi a Pietro, parla di Sé, del suo mistero e annuncia il mistero della chiesa. È prezioso questo momento proprio perché Gesù vuole sottolineare la profonda connessione che c'è tra la Sua persona e la sua Chiesa. Alle fonti del Giordano, che ci ricorda il Battesimo, come sorgente per la chiesa, Gesù spiega il mistero di Amore nella sua figura. In un luogo duro e roccioso, Gesù parla di una forza superiore che dona alla sua Chiesa; in un luogo dominato dal paganesimo, Gesù annuncia e proclama che le porte degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa. Circondato dai suoi discepoli, conferisce a Pietro la guida della Chiesa che sta formando. Il ricordo di questo incontro ci proietta direttamente in Cristo che dona la sua forza alla debolezza umana della Chiesa. Con Gesù cerchiamo anche una radura di quiete, anche se circondato da tanti "idoli" che costruiamo con le nostre mani. Per noi questo significa non solo il ricordo di un momento importante, ma ci dona una garanzia che supera tutte le nostre indecisioni; ci dona sicurezza di una Presenza che non mancherà mai e rafforza la nostra fede nell'agitarsi a volte convulso nella nostra vita frenetica. |