Omelia (25-02-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrera' in esso

Un brano semplice, breve e pieno di familiarità ed affetto. La figura di Gesù che accoglie, abbraccia, benedice i bambini è piena di calore umano e grazia divina. Ci sembra naturale, oggi che Gesù sgridi i discepoli che vogliono allentare dei bambini forse un po' troppo impertinenti. Gesù realizza in pieno, anche in questa scena quell'amore che il Padre ci vuol donare. Questa scena così bella rappresenta in realtà qualcosa di più: è un brano molto significativo. In primo luogo consideriamo che per quei tempi, i bambini non rappresentavano quel valore che oggi gli attribuiamo. Il gesto di Gesù potremo, dire che è quasi rivoluzionario. Già da qui un primo messaggio per noi. L'amore, quello vero e sincero, non può essere limitato da nessuno schema culturale e deve essere in grado di vincere ogni pregiudizio. Un altro aspetto riguarda proprio il messaggio di Gesù; la sua attenzione ai piccoli non è causale. Vi è un profondo insegnamento. Dio non realizza i suoi piani con i nostri schemi ed i nostri preconcetti. Gesù invita i discepoli a guardare a Lui stesso. Lo ha detto varie volte; chi guarda il piccolo, guarda me! Sono i piccoli i veri destinatari del suo messaggio; le scelte di Dio sono sempre in questa prospettiva. Maria è un esempio luminoso; Betlemme è il più piccolo capoluogo, eppure Gesù nasce proprio a Betlemme. I riferimenti di Gesù alla piccolezza sono tanti nel Vangelo. Oggi allora abbiamo una possibilità ulteriore per comprendere il messaggio cristiano dell'amore; un messaggi che ci libera da qualsiasi pregiudizio e ci impegna a guardare con occhi diversi chi ci circonda.