Omelia (02-12-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Accorgersi (cammino di Avvento con il Vangelo del giorno e l'enciclica Dilexit nos) Enciclica: Dilexit Nos, §13 "Abbiamo bisogno che che tutte le azioni siano poste sotto il 'controllo politicò del cuore, che l'aggressività e i desideri ossessivi trovino pace nel bene maggiore che il cuore offre e nella forza che esso ha contro i mali; che l'intelligenza e la volontà siano anch'esse poste al suo servizio, sentendo e gustando le verità invece di volerle dominare, come alcune scienze tendono a fare; che la volontà desideri il bene maggiore che il cuore conosce, e che l'immaginazione e i sentimenti si lascino anch'essi moderare dal battito del cuore." Riflessione: Il Vangelo di oggi ci presenta un uomo che si è "accorto" della sofferenza del suo servo malato e ha preso a cuore la sua situazione, implorando l'aiuto di Gesù. La parola, "accorto", deriva dall'idea di correggere (dal latino ad-corrĕre), ovvero porre rimedio a qualcosa, sistemare ciò che è fuori posto. Mi piace però pensare che "accorgersi" significhi anche "portare al cuore", perché l'atto di prendersi cura di qualcuno nasce dal cuore, dal profondo di noi stessi. Come ci ricorda l'enciclica Dilexit Nos, il cuore è il centro della nostra identità spirituale: è lì che l'amore ci trasforma, ci guida e ci invita a vivere con attenzione e compassione verso gli altri. Il centurione ci lascia tre grandi lezioni: La fiducia in Gesù. Il centurione sa che Dio può tutto. E io? Confido davvero nel Signore? Credo come lui che Dio possa fare tutto, o la mia preghiera è piena di dubbi? Forse penso: "Sì, prego, vengo a Messa, però...". Gesù si meraviglia della fede del centurione. Come sarebbe bello se anche la nostra fede suscitasse la meraviglia di Gesù. L'umiltà. Pur essendo un capo, il centurione riconosce di non essere nulla davanti a Gesù, al punto da sentirsi indegno che Lui entri nella sua casa. È persino più severo con se stesso di quanto Gesù lo sia con lui. E noi? Ci accostiamo al Signore con umiltà o sempre con pretese e lamentele? Nei rapporti con gli altri: siamo umili o ci sentiamo superiori? L'attenzione all'altro. Il centurione si preoccupa profondamente per il suo servo, considerandolo come un membro della famiglia. E noi? Siamo così accorti verso chi soffre? Facciamo tutto ciò che possiamo per alleviare la sofferenza altrui? Impegno: Pensiamo a una persona che conosciamo e che è malata o sofferente nel corpo o nell'anima. Offriamo una preghiera per lei e chiediamoci concretamente: "Cosa posso fare per alleviare, anche solo un po', la sua sofferenza?" (Una visita, una telefonata, un regalo, una parola buona...). Diventiamo anche noi come il centurione: persone accorte, che vivono la fede portando al cuore la sofferenza degli altri e lasciandosi guidare dall'amore del Cuore di Cristo. |