Omelia (01-12-2024) |
diac. Vito Calella |
Il Signore è la nostra giustizia Gesù Cristo è il «Signore, nostra giustizia» La parola "Avvento" è sinonimo di "venire". Il verbo "venire", per noi cristiani, ci fa pensare a un'espressione che troviamo alla fine del libro dell'Apocalisse: «Maranathà, vieni Signore!» (Ap. 22,20). L'espressione «Maranathà, vieni Signore!» ci ricorda l'atteggiamento dell'attesa e la virtù della "speranza". Invocando «Maranathà, vieni Signore!» noi cristiani crediamo che Gesù Cristo è veramente il Signore della nostra vita, è il Signore della storia dell'umanità, è il Re dell'Universo. È ciò che abbiamo celebrato domenica scorsa, nella solennità di Cristo Re, ultima domenica dell'anno liturgico. Crediamo che Gesù Cristo è già il Signore, poiché la sua missione in questo mondo è già compiuta, iniziata nel giorno del suo concepimento nel grembo della vergine Maria e conclusa nel giorno della sua ascensione al cielo. Il mistero della venuta di Dio stesso nella storia dell'umanità è ciò che celebreremo il giorno di Natale, al termine di questo tempo di Avvento. Sappiamo già che Gesù, nato da Maria, per opera dello Spirito Santo, è discendente del re Davide, come lo dimostrano le genealogie dei vangeli di Matteo (Mt 1,1-17) e di Luca (Lc 3,23-37). La nascita di Gesù a Betlemme è il vero adempimento di molte profezie dell'Antico Testamento, che indicavano che il «Dio con noi» era un discendente della casa del re Davide. Due di queste profezie provengono dal profeta Geremia. Nel suo libro è detto due volte: «Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo» (Ger 23,5-6a). «Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla» (Ger 33,14-16a). In Ger 23,6b è detto che il nome di questo «germoglio giusto che spunta da Davide» è: «Signore - nostra - giustizia». Gesù Cristo, per noi cristiani, è veramente «Signore - nostra - giustizia». L'espressione «nostra giustizia» indica la misericordia e la fedeltà di Dio nostro Padre, il quale, mediante l'incarnazione, la morte in croce e la risurrezione del suo amato Figlio Gesù Cristo, ha voluto e vuole salvare l'intera umanità, effondendo gratuitamente il tesoro immenso della la gratuità del suo amore, attraverso lo Spirito Santo, nel mondo interiore della coscienza di ogni essere umano (cfr Rm 5,5). Nessun essere umano può perdere la speranza di essere liberato dalla miseria dei propri peccati e dalle forme di schiavitù che lo tormentano! Ha veramente la possibilità di sperimentare la pienezza della vita per mezzo di autentici rapporti d'amore, basati sul rispetto reciproco, sia nelle relazioni umane, sia nei rapporti con tutte le creature della natura che compongono la nostra casa comune: il pianeta Terra. Gesù è riconosciuto come «Signore - nostra - giustizia» dalla maggior parte delle persone? Purtroppo, nostra vita quotidiana, vedendo ciò che accade nel mondo, dobbiamo riconoscere che c'è una moltitudine di persone che adora altri "dei o signori", confidando principalmente nell'idolatria del denaro, nell'idolatria delle capacità umane, cioè, l'idolatria dell'esaltazione dell'«Io», con tutte le potenti forze degli istinti, dei sentimenti e dei pensieri egoistici, che sono altri tipi di "germogli", sorgendo per difendere gli interessi personali di ciascuno. Ci sono persone che confidano troppo nel potere della conoscenza tecnica e scientifica. I detentori più avanzati di questo potere della scienza applicata all'informatica hanno addirittura inventato l'intelligenza artificiale, che diventa ogni giorno più potente, con la possibilità di andare oltre le capacità dell'intelligenza umana. Vengono investiti immensi capitali nella conquista della Luna, di Marte, per l'esplorazione dello spazio dell'Universo, senza considerare che esiste un unico e vero Dio Creatore, Liberatore e Santificatore, che per noi cristiani, è Dio Padre, unito con il Figlio nello Spirito Santo. Le idolatrie di questo mondo moderno stanno portando l'umanità a polarizzarsi in tensioni e conflitti sociali, economici e politici sempre più pericolosi. Ci sono già cinquantanove conflitti armati nel mondo! Stiamo già assistendo ad una terza guerra mondiale a pezzi. Potrebbe accadere, nell'immediato futuro, che l'intera umanità degeneri in una guerra mondiale globale con il pericolo concreto della distruzione totale con l'uso delle armi nucleari. Il primato dell'idolatria del denaro e l'atteggiamento di voler dominare e manipolare la natura senza alcun rispetto per la biodiversità e per gli equilibri ecologici stanno causando cambiamenti climatici che determinano siccità estreme, inondazioni, incendi, mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni. I segni spaventosi della guerra globale e nucleare e dei disastri naturali sono conseguenze del rifiuto di Gesù Cristo come «Signore - nostra - giustizia». Noi, membra vive del corpo ecclesiastico di Cristo, siamo il «Signore - nostra giustizia» per le strade del mondo! Il tempo di Avvento ci invita a prendere coscienza della nostra responsabilità di essere Chiesa, cioè membra vive del corpo risuscitato di Cristo nel difficile contesto mondano del consumismo sfrenato, che ha già paganizzato la celebrazione del Natale, intronizzando Babbo Natale, re degli esseri umani ridotti alla dignità di consumatori e fruitori di innumerevoli forme di svago e vantaggi. Il testo della seconda e simile profezia di Geremia di questa domenica annuncia che Gerusalemme riceve lo stesso nome del Messia, figlio di Davide: «Gerusalemme sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia» (Ger 33,16b). Gerusalemme può essere interpretata come figura collettiva della Chiesa! Uniti nella carità, siamo chiamati ad essere testimoni di relazioni di rispetto e di gratuità tra noi; siamo chiamati a diventare segni luminosi dell'amore fraterno, sostenuti dalla certezza della parusia, cioè della seconda, definitiva e vittoriosa venuta di Gesù Cristo, «Signore, nostra giustizia». Custodiamo nella mente e nel cuore la Parola di Dio! Attraverso l'apostolo Paolo siamo stati esortati oggi a testimoniare questo amore fraterno: «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi» (1 Ts 3,12). Facciamo nostro l'invito alla santità, confidando nell'azione dello Spirito Santo, che già abita in noi, affinché possiamo vigilare contro il prevalere dei nostri istinti, sentimenti e pensieri egoistici: «Gesù Cristo, morto e risuscitato renda saldi i nostri cuori e ci faccia irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, in attesa della sua venuta con tutti i suoi santi» (cfr 1Ts 3,13). Vogliamo così piacere davvero a Dio, diventando persone che sanno custodire nella mente e nel cuore la Parola di Dio, cioè la predicazione apostolica su Gesù Cristo, salvatore e signore dell'umanità, vincendo la nostra lotta contro tutte le forme di dipendenza e schiavitù, causate dalla fiducia riposta nelle nostre capacità umane e nelle forze del nostro egoismo. Accogliamo pertanto l'esortazione di Cristo risuscitato che, oggi nel Vangelo, ci ha detto: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo» (Lc 21,34-36). Nella preghiera quotidiana, invocando in ogni momento l'azione dello Spirito Santo, ciascuno di noi preghi con le parole del Salmo 24: «Mostrami, Signore, le tue vie e fammi conoscere il tuo cammino! La tua verità mi guidi e mi conduca, perché sei solo Tu il Dio della mia salvezza! Signore, abbi pietà di me, perdona i miei peccati e guida i peccatori sulla retta via. Rendimi umile per essere testimone della tua giustizia, della gratuità del tuo amore. Rendimi povero affinché possa vivere seguendo la verità della tua Parola e progredire nell'intimità con te, riconoscendoti mio Signore, mia giustizia. Amen». |