Omelia (26-11-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 21,5-11 Come vivere questa Parola? Il brano di Luca 21,5-11 si colloca all'interno del cosiddetto "discorso escatologico" di Gesù, dove Egli parla del futuro, delle prove che i discepoli affronteranno e degli eventi che segneranno la fine dei tempi. All'inizio del brano, alcuni ammirano il tempio di Gerusalemme, simbolo della presenza di Dio per Israele. È una costruzione sontuosa, decorata e venerata. Ma Gesù li ammonisce dicendo che "non sarà lasciata pietra su pietra": una profezia che anticipa la distruzione del tempio avvenuta nel 70 d.C. per mano dei Romani. Questo annuncio segna un cambiamento profondo: la presenza di Dio non si limita più a un luogo fisico, ma abita nel cuore dei credenti. I discepoli, turbati dalle parole di Gesù, chiedono quando accadranno queste cose e quali segni indicheranno che stanno per compiersi. Essi cercano delle certezze, dei segni visibili per prepararsi al futuro. Questo desiderio di conoscere il futuro è umano e comune, ma Gesù risponde ponendo l'attenzione non tanto sul "quando" quanto sul "come" vivere queste attese. Gesù mette in guardia i suoi discepoli dal seguire coloro che, approfittando dell'incertezza e del bisogno di speranza, si presentano come "messia" o annunciano la fine imminente. Essi sono falsi profeti, e il rischio è di essere ingannati. Questo avvertimento è molto attuale: anche oggi, in momenti di crisi, si trovano voci che offrono soluzioni o annunci escatologici. Gesù invita a mantenere discernimento e a non lasciarsi prendere dal panico, ricordando che alcune cose dovranno accadere, ma "non è subito la fine".
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