Omelia (04-12-2024)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 15,29-32

Come vivere questa Parola?

La scena di gente malata che cerca Gesù per essere guarita è una scena cara al Vangelo di Matteo, perché è un segno di riconoscimento della novità del Maestro. Ci ricordiamo il dubbio del Battista: "Sei Tu o dobbiamo aspettarne un altro? "E ai discepoli mandati da Giovanni che era in carcere, Gesù aveva detto:" Andate e riferire a Giovanni ciò che udite e vedete: "i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono."(cfr. Mt 11,4.5). Sono i segni dell'avvento messianico, che attualizzano le profezie in particolare di Isaia (Lc 4,18-19). Anche qui Gesù dopo aver incontrato la fede della donna cananea (Mt 15,24-28), sale sul monte - come nella scena delle Beatitudini - (cfr. Mt 5,1) e realizza quanto là aveva detto: i poveri, gli affamati, gli afflitti avranno la sazietà e la consolazione del regno. Ecco la folla attorno a Gesù che reca chi non ha la possibilità di fare un cammino, chi non sa vedere, chi si ritrova ad essere ricurvo su di sé, chi non può udire la parola. È l'umanità sofferente che viene deposta ai piedi del Maestro ed egli, sentendo compassione, guarisce generando in tutti stupore, meraviglia. È interessante vedere che il Vangelo ci dice che la folla reca con sé zoppi ecc., la comunità porta nel suo interno queste fragilità e le depone ai piedi di Gesù, la comunità aiuta ad andare da Gesù e si fa mediatrice di guarigione. Camminiamo tutti insieme come corpo bisognoso di essere guarito e Lui con compassione interverrà.


Ai tuoi piedi Gesù sentiamo rinascere nel nostro cuore la speranza. Tu e solo Tu puoi liberarci dal male che ci disumanizza. Tu e solo Tu vedi le nostre sofferenze, ci tendi la mano e ci rimetti in piedi. Verso di te veniamo pellegrini di speranza!


La voce di Papa Francesco

Gesù vede un problema, una malattia o questa gente senza cibo. "Ne ebbe compassione". Compassione non è un sentimento puramente materiale; la vera compassione è patire con, prendere su di noi i dolori altrui. Forse ci farà bene oggi domandarci: io ho compassione? Quando leggo le notizie delle guerre, della fame, delle pandemie, tante cose, ho compassione di quella gente? Io ho compassione della gente che è vicina a me? Sono capace di patire con loro, o guardo da un'altra parte o dico "che si arrangino"? Non dimenticare questa parola "compassione", che è fiducia nell'amore provvidente del Padre e significa coraggiosa condivisione.

Angelus, 2 agosto 2020


Sr. Monica - info@sanbiagio.org