Commento su Mt 7,21
Come vivere questa Parola?
Matteo ha davanti una comunità carismatica, ricca di fede ed entusiasmo, che adora, profetizza, fa miracoli, esorcismi, ma questo non basta. In questa pericope ritroviamo il Padre che è nei cieli. che è lo stesso termine della preghiera del Padre Nostro (Mt 6,9-13). Sembra non conti tanto l'espressione di fede ripetuta con le labbra riferita ad Adonai, al Signore, quanto invece fare la Volontà di Dio, cioè conformarsi a Lui, al suo agire, alla sua prossimità d'amore. Se il Signore è il Signore della mia vita, la mia vita è chiamata ad essere dono d'amore per gli altri, come Gesù ha detto: "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera (Gv 4,34)
Donaci Signore una fede salda, non solo pronunciata a parole ma incarnata nella vita, resa solida dalla comunione di Amore con il Padre
La voce di Papa Francesco
«Si entra nel regno dei cieli, si matura spiritualmente, si va avanti nella vita cristiana con il fare, non con il dire. Il dire è un modo di credere, ma a volte molto superficiale, a metà cammino: come quando dico che sono cristiano ma non faccio le cose del cristiano. È una sorta di «truccarsi», perché dire soltanto, è un trucco, è dire senza fare. Invece la proposta di Gesù è concretezza. Ecco la contrapposizione tra il fare e il dire. [...] Tante volte noi scivoliamo, non solo personalmente ma socialmente, sulla cultura del dire». Ed è proprio «una delle contraddizioni che la liturgia di oggi ci insegna: fare, non dire». Addirittura, Gesù consiglia di fare senza dire: quando dai l'elemosina, quando preghi... di nascosto, senza dirlo. Fare, non dire».
Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae,6 dicembre 2018
Sr. Monica - info@sanbiagio.org
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