Commento su Mt 9,27-30
Come vivere questa Parola?
"Credete che io possa fare questo?". Gli risposero: "Sì, o Signore!".
La consapevolezza della loro situazione e il desiderio di guarire portano i ciechi a gridare il loro dolore e la loro speranza. Gesù però li aiuta a dare parole al loro grido, ad esprimerlo chiedendo anche di esprimerne la certezza rispetto al potergli dare la vista: fa maturare in loro la fede fino a manifestarla. La fede non è un dono, ma IL DONO: ci mette in comunione con Lui!.... ma come ogni dono, la fede può essere accolta solo da chi la desidera e la chiede. I ciechi mettono in gioco la loro libertà nel chiedere e nell'accogliere il dono che Gesù gli dà e in questo "Sì" detto, l'atto di fede afferma che Gesù è il Signore. Questo "Sì" permette alla Sua potenza di agire.
I ciechi guariscono entrando nella casa, nella fraternità, nella Comunità, L'illuminazione è un dono che avviene dove ci si riconosce fratelli, perché ci si riconosce figli di un Dio che è Padre, dove si vive la comunione in e con Gesù. Aiutaci Signore a vivere le nostre fraternità, i nostri rapporti come luoghi dove tu possa guarire i nostri occhi, dove tu possa illuminare la nostra mente e il nostro cuore per poterti riconosce nella Parola e nei fratelli. Interceda per noi anche il Santo Vescovo Nicola al quale continuiamo ad affidare l'unità delle hiese sorelle, cattolica e ortodossa.
La voce di Papa Francesco
"... Ecco i due atteggiamenti della preghiera: è bisognosa ed è sicura. La preghiera è bisognosa sempre. La preghiera, quando noi chiediamo qualcosa, è bisognosa: ho questo bisogno, ascoltami Signore! Inoltre quando è vera, è sicura: ascoltami, io credo che tu puoi farlo, perché tu lo hai promesso! Infatti la vera preghiera cristiana è fondata sulla promessa di Dio. Lui l'ha promesso.
[...] Quando preghiamo, è il Signore stesso a domandarci: «Tu credi che io possa fare questo?». Un interrogativo da cui scaturisce la domanda che ciascuno deve porre a se stesso: «Sono sicuro che lui può farlo? O prego un po' ma non so se lui può farlo?». La risposta è che «lui può farlo», anche se quando lo farà e come lo farà non lo sappiamo. Proprio questa è la sicurezza della preghiera."
Meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, 6 dicembre 2013
Sr. Monica - info@sanbiagio.org