Omelia (06-12-2024)
don Giampaolo Centofanti
Il doppio matteano

Quando le persone che entrano in contatto con Gesù sono due già è possibile che quel brano sia di Matteo. Infatti Matteo aiuta il lettore del Vangelo a entrare nel vivo della storia con questo suo metodo del doppio, la seconda di queste persone sono io che leggo il brano e mi immedesimo in quella situazione. Questo aiuta tanto perché ci fa capire che tante situazioni in qualche modo si ripropongono oggi: gli apparati chiusi negli interessi e nei codici del potere, i ripiegamenti sui propri interessi, l'impossessarsi delle cose anche buone, il bisogno di scoprire che senza la grazia di Dio non possiamo fare nulla e quindi non giudicare nessuno perché se io ho ricevuto una grazia è anche per l'altro perché possa arrivare anche all'altro, non per giudicarlo. Può avvenire talora anche oggi che nella Chiesa, come hanno fatto gli apostoli, si tenda a mettere il rapporto con Dio sul piano della dignità mentre Gesù lo mette su quello dell'amore. Avviene anche oggi che Gesù mi dà tutto ciò che non mi fa male. E per questo talora chiede la fede a qualcuno perché venga esaudito mentre altre volte non la chiede. Non è un do ut des richiesto in certi casi ma evidentemente per ottenere quel dono senza che gli faccia del male a quella persona necessita una certa fede, un certo desiderio di accogliere la grazia nella vita...