Omelia (08-12-2024)
padre Gian Franco Scarpitta
L'Avvento e la piena di grazia

Attendiamo in questo periodo di Avvento Colui che era, che è e che viene (Ap 1, 8), che sovrasta il tempo e la realtà perché con la sua onnipotenza supera i nostri ambiti e i nostri limiti. E tuttavia verrà non per imporsi o per imprimere con la sua gloria ineffabile e indefinita, ma per essere il Dio con noi, l'Emmanuele che tutti attendevano, colui che doveva nascere da una vergine (Is 7, 14).
Appunto una donna dal grembo vergineo e intatto lo ha concepito, non prima però di aver avuto la possibilità di riconoscerlo come il Veniente atteso e di considerarlo appunto come Colui che era, che è e che viene, cioè come l'Eterno che però si rende piccolo, esile e malleabile per noi.
I vangeli ci raccontano che questa vergine si chiamava Maria, il cui significato originale ebraico è già allusivo: Amata da Dio. Un giorno come tanti altri un angelo, annunciatore di esaltanti opere divine, le fa visita nella dimora in cui si trova e la saluta: "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te." Questa giovane donna supera quasi immediatamente l'imbarazzo che una simile manifestazione provoca sul momento, evira di cadere nella morsa del dubbio o della perplessità intorno a chi gli sta davanti e si intrattiene con quella visione angelica con un fare del tutto libero e partecipativo: conversa, interroga, valuta... e alla fine, ponderata ogni situazione con i suoi pro e i suoi contro, risolve di poter accettare la proposta che le viene rivolta: essere Madre del Verbo di Dio che dall'eternità decide di assumere la natura umana per chiamarsi Gesù, ossia Salvatore.
In tutto questo comprende anche di non essere stata scelta casualmente per un simile ruolo, ma di esservi stata preposta dalla divina sapienza già sin dall'inizio dei tempi; che cioè la sua è una vocazione. Comprende che non si troverà mai sola nell'esercizio dell'opera a cui è stata preposta, ma che Dio stesso l'assisterà nella Persona dello Spirito Santo e che nonostante le immancabili difficoltà e le innumerevoli ansie la motiverà, le infonderà forza, coraggio e determinazione. Chiunque poi venga chiamato a compiere un'opera, viene anche attrezzato e predisposto da colui che gli da' l'incarico e anche Maria comprende di essere stata preposta non dalla fatalità o dal caso, ma dalla Divina Provvidenza. Perché infatti possa adempiere adeguatamente codesta sua missione, il Padre delle misericordie (come lo chiama qualcuno) l'ha resa "piena di grazia". L'espressione merita una considerazione peculiare: coloro che hanno fede e sono convinti di essere stati chiamati da Dio a un determinato servizio, come i sacerdoti o i religiosi o missionari, o anche i battezzati e ciascuno con il suo ruolo specifico nella Chiesa, sanno bene di essere stati rivestiti dalla "grazia di stato" cioè da una speciale assistenza divina con cui saranno capaci di attendere al loro ruolo (Rm 12, 6 - 8). Le varie grazie di stato ci sono date in modo stabile, appunto perché con esse siamo sempre accompagnati e sostenuti nel servizio di edificazione della Chiesa. Maria ha ricevuto invece una grazia speciale in senso plenario, una grazia divina perfetta e duratura. Secondo i mariologi "piena di grazia" deve intendersi come "colmata di grazia", oppure "resa piena di grazia". Da chi? Da Dio che è all'origine di ogni beneficio. Dio ha insomma ricolmato Maria di ogni grazia in modo speciale per cui adesso è in grado di svolgere il ruolo di essere Madre del Salvatore nascituro nel miglior modo possibile e con tutte le condizioni e sotto tutti gli aspetti.
Questo rende evidente che Maria debba essere stata preservata fin dal suo primo concepimento da quella che è la comune colpa di Adamo, il peccato originale, che ci riguarda tutti. Affinché infatti il Gesù Figlio di Dio nascesse nella carne e fosse per noi vero Dio e vero Uomo, doveva venire alla luce da un grembo del tutto estraneo alla benché minima imperfezione, privo di ogni macchia e di imperfezione anche indiretta. Ecco che Maria allora, sin dal momento in cui la sua corporeità si univa alla sua anima razionale (concepimento) deve aver ricevuto necessariamente il privilegio di essere priva di ogni macchia. Anch'ella redenta, in quanto preservata ma innocente quanto ad imperfezioni e impurità. Non va dimenticato del resto che Cristo è venuto per togliere i peccati del mondo e che in lui non c'è peccato (1Gv 3, 6) e qualsiasi imperfezione o peccaminosità è incompatibile con la sua divinità, con la sua perfezione e onnipotenza. Non poteva quindi essere concepito da un grembo imperfetto colui che condivise poi con noi ogni cosa eccetto il peccato.
Maria è stata quindi concepita priva di ogni macchia anche minima, è Immacolata. Questa è la pienezza di grazia con cui Dio ha raggiunto Maria per raggiungere anche noi tutti in una forma ancora una volta esaltante.
Nella sua concezione immacolata, come si diceva, Maria ci ispira anche in questo inizio del tempo di Avvento, perché anche lei ha atteso fiduciosa il Dio che era, che è e che viene quale anche noi lo attendiamo in questo periodo liturgico e anche in tutto il corso della nostra vita. Maria di fronte all'angelo concepisce l'eternità di Dio, che cioè colui che l'aveva ricolmata di grazia era il Dio che l'aveva pensata fin dall'inizio dei tempi e che era sempre esistito. Nella conversazione è consapevole che colui che ha di fronte è proprio un emissario di Dio anche agisce "qui e ora", quindi Dio stesso che in quel momento la visita e le parla. Concepisce anche che colui che arriverà e che custodirà nel suo grembo è lo stesso Dio Signore che con la sua cooperazione verrà a raggiungere l'uomo nella sua interezza e globalità e che alla fine dei tempi tornerà come giudice nell'epilogo della nostra storia.
Se l'Avvento è il continuo venire di Dio nella nostra vita passata, presente e futura, Maria sintetizza in se stessa tutto l'Avvento di Dio in codesta triplice formula con la sua disposizione ad essere Madre e Immacolata dandoci ispirazione anche alla perfezione e alla santità.