Omelia (10-12-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Smarriti o perduti?

Riflessione
La parabola della pecora smarrita, narrata oggi da Matteo, presenta una sfumatura diversa rispetto alla versione di Luca. In Luca, il racconto si conclude con un happy end: il pastore ritrova la pecora, se la mette in spalla e torna a casa per festeggiare con i suoi amici. Matteo, invece, aggiunge un dettaglio che mi colpisce profondamente e che lascia un senso di inquietudine: "Se riesce a trovarla..."
Questa frase ci fa riflettere: il ritrovamento non è garantito. La pecora smarrita potrebbe anche diventare perduta. Ma come può succedere? Il pastore è forse incapace? Non sa fare il suo mestiere?
Il Pastore, che rappresenta Dio, sa perfettamente dove si trovano le sue pecore smarrite, ma non può costringerle a tornare a Lui. La sua ricerca instancabile si scontra con un limite: la nostra libertà. Dio non impone il suo amore. Egli ci cerca con tenacia, ma possiamo scegliere di non lasciarci trovare. La salvezza è un dono che richiede una risposta libera e consapevole.
Ricordo una conversazione con una signora profondamente angosciata per un suo parente in fin di vita. Quest'uomo, pur sapendo di essere prossimo alla morte, rifiutava i sacramenti, e la signora temeva che stesse scegliendo consapevolmente la perdizione eterna. La parabola ci invita a distinguere tra lo smarrimento e la perdizione. Smarrirsi è umano: capita a tutti, in diversi momenti della vita, di perdere la strada. Ma la perdizione è qualcosa di diverso: è il rifiuto deliberato di lasciarsi trovare, di accogliere l'amore del Pastore.
Se ci smarriamo e permettiamo a Dio di trovarci, Egli verrà sempre in cerca di noi. La sua grazia ci raggiungerà anche nei momenti più bui. Ma se scegliamo di rifiutare il suo amore e ci chiudiamo a Lui, allora ci perderemo davvero, poiché non c'è nessuno che possa salvarci al di fuori del Pastore.

Impegno:
Oggi, dedica un momento per riflettere sulle volte in cui ti sei smarrito spiritualmente, ma hai permesso a Dio di ritrovarti. Ringrazia il Signore per la sua infinita pazienza e misericordia.
Fai anche un gesto concreto di vicinanza verso qualcuno che percepisci "smarrito" nella vita, magari attraverso una parola gentile, un invito a dialogare, o una preghiera. Sii per quella persona un segno della presenza del Pastore che cerca instancabilmente chi si è allontanato.