Omelia (11-12-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Coniuge = Cum Jogum Riflessione: Oggi viviamo tutti sotto il peso di ritmi frenetici e pressanti. Le giornate si susseguono tra mille richieste e lavori che ci rincorrono, lasciandoci esausti a sera per tutto ciò che abbiamo fatto, e spesso angosciati da ciò che non siamo riusciti a fare e che ci aspetta il giorno seguente. A questo si aggiunge la stanchezza mentale: pensieri ingombranti e tensioni accumulate nel passato che riaffiorano, trascinandoci nello sconforto. In questo contesto di fatica e oppressione, le parole di Gesù sono un balsamo sulle ferite: Egli ci invita a riposare. Non un riposo fatto di inattività, ma un vivere secondo un'altra dimensione, quella dell'affidarsi a Lui così come siamo, senza il timore di essere giudicati, ma con la certezza di essere rincuorati. Gesù non ci promette di togliere i pesi, i dolori, le difficoltà o le sofferenze della vita. Ci offre invece qualcosa di più prezioso: il suo aiuto nel portarli. "Cum jugum" - lo strumento che univa gli animali per trainare insieme l'aratro - diventa un'immagine potente del suo amore. Da cum jugum deriva anche la parola "coniuge", che significa "portare insieme il peso". Seguendo Gesù, il nostro fardello diventa più dolce e leggero, perché Egli si carica del nostro peso per sostenerci. Così, anche noi siamo chiamati a imitare il suo esempio, aiutando i nostri fratelli a portare i loro pesi, affinché non si sentano soli e schiacciati dal dolore. Impegno: Oggi, individua una persona nella tua vita che sta portando un peso, grande o piccolo. Fai un gesto concreto per aiutarla: potrebbe essere un'offerta di aiuto pratico, un momento di ascolto sincero, o semplicemente far sentire la tua vicinanza. Dedica anche del tempo alla preghiera, affidando a Gesù il tuo "giogo" personale e chiedendo la forza di condividerlo con Lui, affinché diventi più lieve. |