Omelia (13-12-2024) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
Brontolo dunque esisto Riflessione: Molti anni fa, in una delle comunità religiose dove ho vissuto, c'era un confratello che ogni giorno si lamentava del cibo del convento. Se c'era il pesce, voleva la carne; se c'era la carne, era troppo dura o non era quella che voleva; se c'era la pasta, desiderava la minestra, e viceversa. Il cibo era sempre troppo cotto o troppo crudo, troppo salato o insipido. Insomma, qualunque cosa ci fosse in tavola, non andava mai bene. Un giorno, il superiore gli disse: "Vai in cucina e di' al cuoco di prepararti esattamente quello che vuoi, come lo vuoi."La risposta del confratello fu sorprendente: "No, non chiedo niente a nessuno." In effetti, se il cuoco gli avesse preparato esattamente ciò che voleva, come avrebbe potuto lamentarsi poi? Alcune persone sembrano avere un bisogno fisiologico di lamentarsi. Per loro, brontolare è quasi un piacere, una dimostrazione di esistenza. Se per Cartesio il principio era: "Penso, dunque esisto," per loro diventa: "Brontolo, dunque esisto." Il Vangelo di oggi ci parla proprio di queste persone insoddisfatte. Se c'è una musica gioiosa, non va bene; se è triste, non va bene lo stesso. Se uno non mangia, è indemoniato; se mangia, è un mangione. Qualunque cosa si faccia, ci sarà sempre qualcosa da ridire. Allora, cosa fare? Ce lo dice Gesù: agire secondo sapienza. Questo significa fare il bene guidati dalla buona fede e dalla saggezza, senza lasciarsi condizionare dalle critiche sterili. Gli altri potranno dire quello che vogliono, ma non importa, perché "la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie." Ciascuno di noi dovrebbe chiedersi: "Sono una persona che si lamenta sempre?" Se la risposta è sì, è utile riflettere su cosa non va nella nostra vita e su come possiamo affrontare le nostre difficoltà senza scaricarle sugli altri, che probabilmente hanno già abbastanza problemi da gestire. Impegno: Oggi, presta attenzione al tuo atteggiamento: quando senti il bisogno di lamentarti, fermati e rifletti. Chiediti: "Questa lamentela è davvero necessaria?" Cerca invece di trovare una soluzione o di accettare la situazione con pazienza. Inoltre, compi un gesto positivo per alleviare il peso di qualcuno: magari con una parola gentile, un aiuto pratico, o semplicemente mostrando gratitudine per ciò che gli altri fanno per te. Sii, per quanto possibile, un portatore di pace anziché di lamentele. |