Omelia (15-12-2024)
padre Paul Devreux


Siamo alla terza domenica di Avvento, e il vangelo di oggi ci parla di Giovanni Battista, che risponde alle domande dei pellegrini che venivano da lui.

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Cosa dobbiamo fare per accogliere bene il Signore che viene e per invogliarlo a venire quanto prima. Giovanni risponde che la cosa più importante da fare è provare a fare del bene. Infatti dice: Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Questo è l'invito alla condivisione. A fare il possibile perché tutti possiamo stare bene.
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Questa risposta di Giovanni è molto importante. Se l'avessero posta a chiunque altro della cerchia del tempio, gli avrebbero detto di convertirsi, fare penitenza e cambiare mestiere, perché erano considerati peccatori e collaborazionisti dei Romani. Giovanni, invece, non fa il moralista, né pretende cose impossibili per un padre di famiglia. Invita semplicemente ad essere giusti e onesti.
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Con quest'altra risposta Giovanni ci ribadisce che tutti i mestieri sono buoni, a condizione di esercitarli come un servizio per la collettività.
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Molti hanno pensato che era Giovanni Battista il Cristo atteso, e ha continuato ad avere discepoli per diversi secoli. Ma Giovanni ha avuto il merito di non montarsi mai la testa.

Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Giovanni ha parlato con tanta gente. Molti ascoltandolo hanno fatto buoni propositi, poi sono tornati dopo un po', confessando che non ce l'hanno fatta, malgrado le loro buone intenzioni. Per cui Giovanni avrà capito che era necessaria la venuta di uno più forte di lui, capace di cambiare le persone dal di dentro, con un battesimo di fuoco, capace di scaldare i cuori. Questo battesimo, quello capace di cambiarmi, è l'incontro con il Signore. La scoperta e l'esperienza della sua presenza nella mia vita. Scoprire il fatto che malgrado il fatto che siamo tanti, su questo minuscolo pianeta, Dio sa che esisto e sono importante per lui! Giovanni dice: Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Battesimo che ci consente di essere immersi nella vita di Gesù.

Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Probabilmente Giovanni sognava la venuta di uno che separasse i buoni dai cattivi, eliminando i cattivi e premiando i buoni, come continuano a sognare molti suoi ignari discepoli oggi, in tutte le religioni. Per nostra fortuna oggi sappiamo che Gesù ubbidisce al Padre, che ci considera tutti suoi figli e che vuole salvarci tutti. Per cui la paglia da bruciare non sono persone, ma tutto ciò che in noi ci rende brutti e peccatori. Solo Dio ha la forza e la capacità di fare emergere da noi il meglio e eliminate il negativo. Per ciò è così importante la sua venuta.
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Evangelizzare significa portare buone notizie. Proviamo a farlo anche noi.

Buona domenica.