Omelia (15-12-2024) |
don Roberto Seregni |
Cosa dobbiamo fare? Leggendo il Vangelo di oggi mi viene spontaneo pensare alla delicatezza e alla fantasia con la quale Dio è entrato nella vita di tanti fratelli e sorelle che hanno scoperto la bellezza della fede nella quotidianità. Ci sono ancora tanti cristiani che, purtroppo, cercano Dio tra eventi eclatanti, visioni, apparizioni, rivelazioni misteriose... Il Dio di Gesù è il Dio della storia e della quotidianità, è il Dio che delicatamente si intrufola nelle pieghe dei giorni e svela la sua presenza disseminando piccoli lampi di luce e di bellezza. Le folle, i pubblicani e i soldati chiedono al Battista: "Che cosa dobbiamo fare?" Le sue risposte sono scandalosamente semplici e essenziali, ci fanno intuire che è dentro la normalità e la quotidianità che deve prendere forma la conversione della vita per accogliere il Veniente. Se vogliamo che questo Natale sia diverso, dobbiamo concentrarci sui piccoli gesti, sui dettagli, sulle cose di tutti i giorni. Tutti lo possiamo fare, nessuno può sentirsi escluso. Il Battista non propone una rivoluzione di vita, ma una vita rivoluzionaria! Cosa c'è di più rivoluzionario della fedeltà alle proprie scelte, di un sorriso a uno sconosciuto, di una telefonata ad un amico che non senti da tempo? Cosa c'è di più meraviglioso della purezza dell'amore seminato nei solchi della quotidianità, di un regalino inaspettato a tua moglie, di una carezza ai tuoi genitori anziani? Cosa c'è di più disarmante della perseveranza nella prova e della fedeltà alla preghiera nel tempo dell'incertezza? Che sia la nostra vita, nella semplicità dello scorrere dei giorni, a testimoniare che stiamo attendendo il Signore, che la notte fredda della mediocrità non potrà spegnere il nostro desiderio di accogliere il Signore che viene. Un abbraccio Don Roberto Seregni |