Omelia (22-12-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
DIVERSAMENTE GIOVANI

I.
In questi ultimi anni in tutto il mondo si stanno sviluppando diverse iniziative per migliorare la vita degli anziani, contrastando l'isolamento e valorizzandoli come risorsa per la società. Come il programma "Global Age-Friendly Cities", promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che incoraggia città come New York, Toronto e Roma a rendersi più accessibili e accoglienti per gli anziani, con semafori più lenti, panchine nei negozi e marciapiedi sicuri.
Così come i progetti delle "Università della Terza Età", che offrono corsi e attività per favorire l'apprendimento continuo e la socializzazione. L'Unione Europea, attraverso programmi come "Erasmus+", promuove la formazione digitale per anziani, coinvolgendoli in attività interculturali e intergenerazionali. In Italia, iniziative come i "Nonni Civici" li vedono protagonisti attivi nel sorvegliare i bambini davanti alle scuole o nel prendersi cura degli spazi pubblici. Anche il progetto "Silver Economy" incoraggia l'innovazione tecnologica e sociale per soddisfare le loro esigenze, mentre in molte città del mondo sorgono "Parchi per anziani", con attrezzature specifiche per il movimento e zone di socializzazione.
Un'iniziativa toccante è il progetto "TimeSlips" negli Stati Uniti, che utilizza la narrazione creativa per aiutare gli anziani, in particolare quelli affetti da demenza, a riscoprire il piacere della connessione e della memoria. Allo stesso modo, le "Blue Zones" ispirano comunità in tutto il mondo, promuovendo uno stile di vita sano e intergenerazionale, dove gli anziani sono il cuore pulsante della società. Vorrei citare anche il mio confratello Fra Alessandro che con il suo gruppo dei "diversamente giovani" organizza viaggi e iniziative entusiasmanti per i suoi "giovanotti".
Questi esempi e molti altri ci ricordano che gli anziani non sono un peso, ma una risorsa preziosa per la società. Un proverbio africano dice: "Quando muore un anziano, è una biblioteca che brucia". Come ci ricorda continuamente Papa Francesco, senza gli anziani non c'è futuro perché sono le radici che danno linfa alle nuove foglie: senza di loro, l'albero si inaridisce.

II.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta un incontro magico: Elisabetta accoglie Maria con entusiasmo e il bambino nel suo grembo esulta di gioia. In questa scena straordinaria, vediamo due generazioni che si incontrano e si arricchiscono a vicenda. Elisabetta, anziana e prossima a diventare madre, è un'icona di fecondità spirituale, capace di vivere ogni stagione della vita con pienezza e speranza.
Anche altri "anziani giovani" nella Bibbia e nella storia ci insegnano che l'età non è un limite: Abramo e Sara diventano genitori di Isacco in tarda età; Anna e Simeone, nel Tempio, riconoscono in Gesù il compimento delle promesse di Dio. Mosè, a ottant'anni, guida il popolo verso la libertà, Miriam a 90 anni invita le giovani alla danza e Caleb, a 85 anni, afferma: "Sono ancora forte come il primo giorno."
Anche oggi abbiamo esempi di anziani capaci di visione e vitalità, come i nostri Papi: Papa Giovanni che a 81 anni apre l'evento straordinario del Concilio Vaticano II che ha rivoluzionato la Chiesa. Papa Francesco, con la sua guida aperta al futuro, affronta temi complessi come l'ecologia integrale e l'intelligenza artificiale, invitandoci a un uso etico e responsabile della tecnologia. Questi testimoni, come Elisabetta, ci mostrano che ogni stagione della vita può essere feconda, se vissuta con fede e apertura al nuovo.

III.
Per concludere.
E noi? Siamo ancora fecondi umanamente e spiritualmente o siamo sterili? Anche Elisabetta era considerata sterile e ha dato alla luce un figlio. Così anche noi siamo chiamati a essere sempre fecondi, non tanto biologicamente ma spiritualmente. Gli anziani che hanno vissuto molte esperienze e sono passati attraverso tante difficoltà nella vita, sono l'emblema della resilienza e della speranza per le nuove generazioni. Insegnano che la vita, nonostante tutto, è bella e che vale la pena di viverla in tutta la sua pienezza; che le tempeste della vita, anche le più burrascose, prima o poi passeranno. Insegnano che alla fine tutto passa. Solo Dio resta, il nostro Dio che è sempre giovane e ci vuole giovani come Lui.
La celebrazione della nascita di Gesù che ricorre ogni anno, ci ricorda che la vita rinasce sempre. Elisabetta ci insegna che dobbiamo vivere intensamente fino all'ultimo minuto della nostra vita. Infatti col passare degli anni è solo il corpo che invecchia: il cuore, i desideri, l'amore non invecchiano mai, anzi, si raffinano sempre di più. Perché gli anziani in realtà non sono "vecchi", ma solo "diversamente giovani".

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