Omelia (14-06-2003)
padre Lino Pedron
Commento su Matteo 5, 33-37

Gesù proibisce ogni tipo di giuramento. Il divieto dev'essere interpretato in senso totale. Le quattro formule di giuramento riportate dal testo e proibite da Gesù rappresentavano tutte le formule di giuramento allora in uso.

Ogni asserzione che vada oltre il semplice sì e no ha la sua origine nel maligno il quale "quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna" (Gv 8,44).

Questo comandamento richiede la veridicità sia davanti a Dio che davanti agli uomini. Chi presta giuramento nel nome di Dio presenta una garanzia di cui assolutamente non dispone.

I giudei giuravano "sulla vita della mia testa". Ma neppure la nostra testa è nostra, ma di Dio. Solo Dio, il creatore, può disporre dell'uomo.

Noi oggi ci troviamo di fronte alla pratica del giuramento. Essa è contraria al comandamento di Gesù: "Non giurate affatto".