Omelia (22-12-2024)
don Roberto Seregni
Beata colei che ha creduto

Il racconto della visitazione è un piccolo meraviglioso gioiello letterario. Mi affascina "la fretta" di Maria che si alza e corre a visitare Zaccaria ed Elisabetta. Nella sua fretta traspare tutto l'entusiasmo e la gioia per l'annuncio dell'angelo, sembra che il suo turbamento sia scomparso. In lei c'è spazio solo per l'entusiasmo e l'allegria. La sua voce, il suo saluto, la presenza del Verbo eterno nel suo seno fanno sussultare di gioia il piccolo Giovanni nel ventre di Elisabetta. E sembra che le due donne scompaiano dalla scena. Un dialogo misterioso e segreto unisce i figli che portano nel grembo: la voce del profeta e il Verbo fatto carne, l'annuncio dell'attesa e l'atteso che proclama l'irruzione del Regno di Dio nella storia degli uomini. Elisabetta e Maria custodiscono e nutrono nella loro carne la profezia e il compimento, sono il tramonto e l'alba, storia di Dio con l'uomo e storia di Dio che si fa uomo.
La beatitudine di Maria, che crede nell'adempimento della Parola di Dio, anticipa e sintetizza le beatitudini del Vangelo di Luca, aprendo cosí un cammino universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, per tutti coloro che accolgono la Parola e la mettono in pratica.
In questa ultima domenica di Avvento la Parola ci presenta Maria come modello dell'attesa. Lei, arca della nuova ed eterna alleanza, ci insegna come vivere i giorni santi del Natale. Con gioia e disponibilità accogliamo Gesù, Parola fatta carne che si Parola per abitare e trasfigurare nuovamente la nostra carne a immagine della Sua.

Don Roberto Seregni