Commento su Lc 1,13
Come vivere questa Parola?
In questo quarto giorno di novena ci fanno compagnia Zaccaria, il suo così il nostro essere muti e il piccolo Giovanni.
L'annuncio della nascita di Giovanni battista offerto dall'evangelista Luca è ricco di particolari significativi a livello teologico e trova molti riscontri in scene simili dell'Antico testamento, dove si narra la nascita di personaggi che occupano un posto importante nel piano di Dio; apparizione dell'angelo del Signore, turbamento e timore della persona visitata; comunicazione del messaggio celeste e segno di riconoscimento. Questo passo può essere anche letto in modo simmetrico con l'annuncio della nascita di Gesù che l'angelo Gabriele fa a Maria.
Qui abbiamo l'apparizione nel grande tempio di Gerusalemme, là nell'umile casa di Maria; qui l'incredulità di Zaccaria, là la fede di Maria; qui la nascita del Precursore nel seno di una donna sposata ma sterile, là nel seno di una donna vergine e non sposata, qui come segno Zaccaria resterà muto, là invece c'è l'annuncio gioioso della maternità di Elisabetta. In contrapposizione dell'essere muto di Giovanni c'è il canto del Magnificat di Maria.
Non temere.
La voce di un Santo
Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l'Antico e il Nuovo. Infatti che egli sia, in certo qual modo, un limite lo dichiara lo stesso Signore quando afferma: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni» (Lc 16, 16). Rappresenta dunque in sé la parte dell'Antico e l'annunzio del Nuovo. Infatti, per quanto riguarda l'Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all'arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire l'accaduto per spiegare l'immagine della realtà. Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, e solo allora riacquista la parola. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. Se Giovanni avesse annunziato se stesso, non avrebbe aperto la bocca a Zaccaria. Si scioglie la lingua perché nasce la voce. Infatti a Giovanni, che preannunziava il Signore, fu chiesto: «Chi sei tu?» (Gv 1, 19). E rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23). Voce è Giovanni, mentre del Signore si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è voce per un po' di tempo; Cristo invece è il Verbo eterno fin dal principio.
Dai Discorsi di sant'Agostino Vescovo; "voce di uno che grida nel deserto"
Roberto Proietti
|