Commento su Lc 1,39
Come vivere questa Parola?
Oggi ci fanno compagnia la solerzia di Maria, la gioia incontenibile di Elisabetta e la danza di Giovanni nel grembo materno.
La visita di Maria alla cugina Elisabetta nel villaggio di Ain Karin sulle colline della giudea è una pagina ricca di riferimenti biblici, di umanità e di spiritualità. Maria percorre lo stesso cammino fatto qualche secolo prima dall'arca dell'alleanza, quando Davide la fece trasportare a Gerusalemme, più tardi lo stesso cammino intrapreso da Gesù quando con coraggio si diresse verso Gerusalemme per il compimento della sua missione.
Il sussulto di Giovanni nel grembo della madre rappresenta l'esultanza gioiosa di tutto Israele per la venuta del Messia. Le parole di benedizione, suggerite dallo Spirito che Elisabetta rivolge a Maria sono la conferma della speciale compiacenza di Dio alla Vergine. E' sempre Maria che precede e con sollecitudine si dona a tutti e in tutto: la più grande si fa dono verso la più piccola, come Gesù verso il battista.
Benedetta tu fra tutte le donne. (Lc 1,42)
La voce di un Santo
Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l'ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l'arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l'arrivo della donna, il bambino l'arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l'ispirazione dei figli che portano. Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre. Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito Santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ricolma di Spirito Santo, si dice che allora il suo spirito esultò. Colui che è incomprensibile operava in modo incomprensibile nella madre. L'una, Elisabetta, fu ripiena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione. Beata, disse tu che hai creduto (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere. Sia in ciascuno l'anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c'è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima che potrà mantenersi così, magnifica il Signore, come magnificò il Signore l'anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore. Come avete potuto leggere anche altrove: Magnificate il Signore con me (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l'immagine di Dio: perciò l'anima che compie opere giuste e pie magnifica l'immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifica, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.
Dal «Commento su san Luca» di sant'Ambrogio, vescovo
Roberto Proietti
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