Omelia (29-12-2024)
padre Antonio Rungi
La santa famiglia di Nazareth

Nella domenica successiva al Natale, nel tempo natalizio, la liturgia di questo giorno ci fa celebrare la festa della santa famiglia di Nazareth. Una festa al cui centro c'è Gesù, che liberamente rimane a Gerusalemme, dopo il pellegrinaggio annuale in occasione della Pasqua, insieme a genitori, non facendo ritorno a casa. Aveva 12 anni e Gesù, contravvenendo ad un gesto di attenzione verso i genitori, rimane da solo nel tempio ad istruire i dottori della legge in merito alla venuta del salvatore e del messia. Nella sua piena libertà di Figlio di Dio, Gesù pensa di agire in questo modo, senza forse attendersi la reazione di sua Madre che insieme a Giuseppe lo cerca per tre giorni consecutivi fino a ritornare a Gerusalemme, dove trova Gesù a predicare ed istruire i presunti saggi della legge divina. Il dialogo tra Gesù e Maria è chiaro e presenta quegli aspetti umanizzanti di una mamma preoccupata giustamente del suo figlio minorenne che non si trovava da nessuna parte. Gesù replica alla mamma con tono abbastanza severo evidenziando che Maria doveva pure sapere che lui dove occuparsi delle cose del Padre, cioè di Dio. Lezione compresa dalla Madonna e altrettanto accettato il rimprovero che Maria fa al suo figlio al punto tale che egli fa ritorno a Nazareth con Maria e Giuseppe e rimane loro sottomesso. Non sappiano se Gesù abbia fatto nel corso della sua infanzia altri gesti del genere, ma sicuro quello che egli ha compiuto restando a Gerusalemme non è altro che l'anticipo di quello che succederà a lui a 33 anni con la sua passione e morte in Croce. Tutta la descrizione che ne fa il vangelo di Luca di questo fatto di libera scelta di Gesù e non di uno smarrimento, in quanto egli è rimasto volontariamente a Gerusalemme, ci indica la Pasqua, i tre giorni della passione e morte del Signore, il perdersi e il ritrovarsi. Il mistero pasquale della morte e risurrezione del Signore è anticipato da questo evento, che Gesù volontariamente vive per preparare Maria e i parenti del Signore allo scandalo della croce. Questo mistero gaudioso del santo rosario lo si può leggere solo in questa ottica. La sofferenza per la perdita e la gioia per il ritrovamento. Morire e risorgete è lo stesso che dire smarrirsi e ritrovarsi nella vita, quella vera e quella eterna. Chiediamo al Signore in questo tempo di Natale e all'inizio del giubileo del 2025 sul tema della speranza che anche noi possiamo ritrovarci dopo gli smarrimenti che caratterizzano la nostra vita quotidiana, senza soffrire la delusione, lo smarrimento e lo scoraggiamento dai quali non si esce facilmente, se non si ha una visione positiva della vita, anche quando arrivano difficoltà ed ostacoli.