Omelia (10-03-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Matteo 20,17-28 Dalla Parola del giorno Il Figlio dell'Uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà. Come vivere questa Parola? Gesù predice per la terza volta la sua passione e in modo più dettagliato che mai. S'avvicina a Gerusalemme, con una lucidità sempre più grande in ordine al momento vertice della sua missione che è abisso di dolore e di amore. Ma i suoi sono ben lontani, anche questa volta, dal comprendere. E quel che colpisce è ora il fatto di questa donna, tutta presa da un amore tanto cieco nei confronti dei suoi due figli. Essi hanno avuto l'enorme ventura di seguire tanto da vicino il Messia. Dovrebbero averne "respirato" le aspirazioni, gli intenti, il modo di essere. A questo punto della loro "avventura" di familiarità col Redentore del mondo, dovrebbero essere fuoco nel Fuoco. Invece no. Ne sono ancora così lontani che vivono la stoltezza di un sogno sbagliato, qual è quello di voler primeggiare, avere un posto d'onore, e - perché no? – materialmente redditizio in quel regno che dal Signore è concepito come il trionfo del volere – ad ogni prezzo! – donare se stessi, donarsi come amore. E una madre che dovrebbe in qualche modo incarnare l'amore oblativo, sostiene e aiuta i figli a realizzare il contrario: l'amore egoistico, tutto volto non a servire, ma a dominare. Anche noi siamo davanti a una scelta: o l'amore di Cristo che lucidamente vive l'appressarsi della realizzazione del dono totale di sé, o l'amore stolto e cieco di una madre che, snaturando la sua femminilità, aiuta i figli a "ingabbiarsi", prigionieri del proprio ego. Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzerò queste scene, soffermandomi sulla realtà dei due amori. E' una realtà davanti alla quale mi s'impone continuamente la scelta: o l'oro prezioso dello stare con Gesù che non è venuto per essere servito ma per servire, o il bitume-stoltezza del volere (per me e per i miei cari) quello che momentaneamente accontenta l'ego, ma poi trascina le persone a perdizione. Signore Gesù, che hai guardato in faccia con lucida volontà d'amore la decisione di abbracciare per noi la morte perché avessimo vita, dammi di vivere le scelte giuste, in cui risplenda anche in me, volontà di amore oblativo. La voce di una mistica del Novecento Soltanto nella dedizione al crocifisso, soltanto dopo che avrà battuto l'intera via crucis accanto a lui, l'anima diventa una sola cosa con Cristo giungendo a vivere della sua vita. Edith Stein |