Omelia (05-01-2025) |
padre Antonio Rungi |
Il Verbo si fece carne Il Vangelo della seconda Domenica del Tempo natalizio ci presenta il prologo del Vangelo di Giovanni, il quarto Vangelo, definito teologico. Il testo ci introduce nel mistero della nascita del Redentore, che da parola di Dio, da Verbo divino si fa carne nel grembo verginale di Maria, attraverso il sì della Vergine Santa all'arcangelo Gabriele che la convoca ad essere Madre del Signore. E Maria dà il suo consenso al progetto di Dio. Così il Signore entra nella storia con la natura umana, assumendo la condizione di servo... Per far sì che questa umanità possa riprendere coraggio speranza e gioia. Questa domenica dedicata al Verbo incarnato si celebra alla vigilia di un'altra solennità importantissima che è l'Epifania di nostro Signore Gesù Cristo. Solennità che si celebra con data fissa il 6 gennaio. "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Questa inabitazione che il Signore sceglie liberamente di mettere in essere, serve per entrare nella storia dell'umanità, ma tale ingresso non è riconosciuto dalla gente. Tanto è vero che il Vangelo di Giovanni nel brano che ascoltiamo durante la liturgia dice che la luce venne nel mondo, ma il mondo delle tenebre, dell'errore, del peccato, della morte, non l'ha individuata, non è stata accolta. Per cui l'umanità continuava, nonostante il mistero dell'incarnazione passione morte e risurrezione di Cristo, ovvero la Pasqua del Signore, a camminare nel buio, nelle tenebre, nell'errore, nella menzogna, nella falsità, nelle guerre, nelle ingiustizie, in tutto ciò che non è luce, ma è tenebra nel cuore dell'uomo. Certamente di fronte al mistero della nascita del Redentore che il tempo natalizio pone alla nostra attenzione, riflessione e meditazione è un tempo di grazia che dobbiamo saper valorizzare ai fini di alimentare quella speranza nel nostro cuore, che effettivamente con il Signore per il Signore e nel Signore è possibile camminare su sentieri di luce e di gioia vera. Questo desiderio deve affiorare soprattutto in questo anno giubilare, dedicato alla speranza, indetto da papa Francesco per rimettere al centro della vita di ogni cristiano e di ogni uomo di buona volontà la fiducia, la gioia, la pace, la serenità, la fraternità temi che attingono la forza e la grazia da quella virtù teologale che è la speranza. Affidiamo il nostro cammino di pellegrini della speranza in questo anno giubilare, all'inizio dell'anno civile e solare che appena si è avviato, alla protezione della Vergine Santissima, Madre della Santa Speranza, come la invochiamo nelle nostre preghiere quotidiane, certi più che mai che tutti abbiamo la possibilità di recuperare la dimensione più vera ed autentica della nostra vita umana e cristiana che è la luce della grazia divina. Dobbiamo alimentare la nostra mente e il nostro cuore di tutto ciò che è speranza e vera gioia. Il cammino giubilare che possiamo fare sotto la protezione della Beata Vergine Maria sarà fruttuoso se scegliamo Maria come stella polare che ci guida nella vita e che di certo ci porterà a Cristo. Nella grotta di Betlemme Gesù si manifesta apertamente all'umanità intera. Inizia così il cammino del Redentore verso la sua Pasqua di Morte e Risurrezione. Nella Epifania della grotta di Betlemme è anticipata la manifestazione di Cristo nella gloria fella croce e della risurrezione che porterà a compimento nella Gerusalemme terrena, anticipo della Gerusalemme celeste, dove il Signore asceso al cielo ci ha preparato un posto nel suo regno. Il Verbo di Dio è il Cristo unico Salvatore ieri, oggi e sempre. |