Omelia (16-01-2025) |
Missionari della Via |
È commovente l'incontro tra un lebbroso che sfida tutte le barriere sociali per avvicinarsi a Gesù e quest'ultimo, che dopo averlo guarito deve ritirarsi in luoghi deserti perché la gente accorreva a Lui da ogni parte. Il lebbroso ci mostra che possiamo essere isolati da tutti, persino dai nostri parenti ma non siamo mai ignoti al Signore, che si muove a compassione per noi. Si compie quasi un matrimonio di misericordia con il lebbroso che dice a Gesù: "Se vuoi", e Gesù che risponde: "Lo voglio!". Tuttavia, in questo legame, Gesù si irrita con il lebbroso, lo scaccia e gli proibisce di divulgare la guarigione per evitare fraintendimenti. Gesù è vinto dalla compassione ma l'epilogo della situazione lo costringe a prendere su di sé la medesima condizione del lebbroso, dovendosi ritirare in luoghi deserti. È meraviglioso pensare che Dio possa essere vinto dalla compassione, che senta il nostro dolore e la nostra delicatezza nel chiedere, comprendendo i nostri sforzi per cercarlo nonostante le barriere. Nel mondo abbiamo un urgente bisogno di compassione, sia da ricevere che da donare! «Nell'amore vero non siamo noi ad amare gli sventurati in Dio, è Dio in noi che li ama. Quando siamo nella sventura, è Dio in noi che ama coloro che ci vogliono bene. La compassione e la gratitudine discendono da Dio, e quando vengono donate attraverso uno sguardo, Dio è presente nel punto in cui gli sguardi si incontrano [...] Una delle verità fondamentali del cristianesimo, oggi misconosciuta da tutti, è che lo sguardo è ciò che salva» (Simone Weil). |