Omelia (19-01-2025) |
Missionari della Via |
A Cana di Galilea c'è una festa di nozze, un momento di gioia e festa della vita e dell'amore. Tanti sposi possono ricordare il loro matrimonio, vissuto come la celebrazione gioiosa dell'amore. Ma queste nozze narrate nel Vangelo ci raccontano di un intoppo imbarazzante accaduto durante la festa: il vino non era abbastanza! Dunque, il vino c'era ma era terminato! Possiamo leggere nell'immagine del vino la rappresentazione della bellezza e della gioia del vivere che all'improvviso viene a mancare. Quando in una relazione (qualsiasi relazione d'amore sia) subentra la stanchezza, la monotonia, il soffermarsi di più sui difetti dell'altro, accade che i silenzi e le incomprensioni sono all'ordine del giorno e spesso l'ideale di famiglia o di amicizia si scontra con una realtà differente. Non vi è un'esperienza d'amore dove non ci sia un momento di vuoto, il momento in cui niente è abbastanza! Sempre, in tutti i rapporti, c'è un momento in cui finisce il vino, l'allegria, il sapore, e questo non accade perché la relazione è sbagliata ma perché, inevitabilmente, vi è un momento di crisi. Tuttavia, la crisi è un momento di crescita, perlomeno quando è affrontata con maturità; la crisi dovrebbe servire proprio a questo! «Il primo vino è bellissimo: è l'innamoramento. Ma non dura fino alla fine: deve venire un secondo vino, cioè deve fermentare, crescere e maturare. Un amore definitivo che diventi realmente "secondo vino", più bello, migliore del primo e questo dobbiamo cercare» (Benedetto XVI). Ecco, occorre che l'innamoramento diventi amore, amore vero che si sa donare nella gioia e nel dolore; amore che sa perdonare e chiedere perdono; amore che diventa anche sacrificio, amore che affronta le inevitabili stanchezze della vita. Ma noi, con le sole nostre forze non siamo capaci di fare ciò! Quante volte ci abbiamo provato da soli ma abbiamo sperimentato solo delusioni, perché siamo fragili, spesso egoisti, perché amiamo a tempo. «Per amare fino in fondo, infatti, non basta la buona volontà, l'amore è una virtù teologale, tanti si aprono all'amore in maniera bellissima, ma vincere il nulla lo fa solo il Signore» (don Fabio Rosini). Ecco allora la mediazione di Maria verso suo Figlio. «A Cana c'era molta gente, però solo Maria si rese conto che il vino cominciava a scarseggiare. Ebbe compassione di quella giovane coppia e volle evitarle l'umiliazione di non avere vino sufficiente per gli invitati. Che cosa fece? Senza richiamare l'attenzione, con discrezione, lasciò la sala (perché nelle feste ebraiche gli uomini e le donne stavano separati tra loro) e, avvicinandosi a Gesù, disse con la più grande semplicità: "Non hanno vino". E qui si vede la carità di Maria. Avverte il bisogno degli altri e lo comunica a Gesù con delicatezza» (s. Teresa di Calcutta). Che bello vedere con quanta premura Maria intercede presso Gesù, quanta attenzione verso questi sposi. L'agire di Maria ci deve essere di grande esempio. Anche noi, come lei, siamo chiamati a essere attenti ai bisogni di chi ci sta accanto, anche nelle più piccole cose. Noi siamo chiamati, con la grazia di Dio, a correre verso i più bisognosi, perché è cosa brutta commettere peccato, ma è anche una cosa brutta non fare il bene che si può e si è chiamati a fare! In questa domenica vogliamo pregare per tutte le famiglie, e in particolare per quelle famiglie che stanno attraversando delle difficoltà. La riflessione sulle nozze di Cana ci ricorda che non dobbiamo disperare ma aprirci alla grazia di Dio, perché: «Quando una coppia si apre all'azione dello Spirito Santo, egli comunica quello che lui stesso è: amore, pace, gioia, bellezza... dunque li contagia, rinnovando in essi la capacità e la gioia di donarsi l'uno all'altro. Segno di ciò, quando l'agape prende il sopravvento sull'eros, quando ognuno smette di chiedersi: cosa potrebbe fare l'altro di più per me, e invece dice: cosa posso fare io di più per lui/lei?». «Ho conosciuto una coppia con figli ormai grandi, ma molto unita. Mi hanno confidato qual è stato il segreto della loro riuscita: "Il giorno del matrimonio abbiamo preso come programma la parola di S. Paolo: "Non tramonti il sole sopra la vostra ira", e così abbiamo deciso di non metterci mai a letto dopo un battibecco o un contrasto, senza riconciliarci. Magari a fatica e brontolando, ma sempre abbiamo steso la mano per stringere quella dell'altro» (card. R. Cantalamessa). PREGHIERA O signore, ti preghiamo perché ogni famiglia sia culla della pace e dell'amore! |