Omelia (28-01-2025) |
Missionari della Via |
Sembra quasi che Gesù stia rinnegando la sua famiglia con queste parole chiare e forti come il rumore di un tuono; pare che neghi di conoscere persino sua madre! Piuttosto, Gesù ci mostra come rendere eterni i nostri legami: non ci uniamo agli altri con il sangue, le parentele o gli stessi ideali, ma riconnettendoci al germe più intimo innestato in noi, che ci porta a Dio. Fare la volontà di Dio ci aiuta a comprendere che il discernimento delle nostre decisioni non si può basare sulle opinioni della maggioranza o sul senso comune. In un contesto come quello di Gesù nel quale la discendenza era tutto e le decisioni dovevano essere discusse nel gruppo familiare che era da considerarsi sacro, Gesù pone davanti un nuovo criterio di decisione, insegnando a costruire l'albero genealogico dello Spirito, quella linfa vitale che ci riconnette a Dio stesso. È Dio il centro di gravità e fare la sua volontà è abitare il mondo con il peso specifico della nostra missione, riconnettendoci come fratelli e sorelle secondo giuste proporzioni, quelle eterne. I legami diventano così belli e saldi perché proiettati verso un'ulteriorità! Il Vangelo, perciò, in ogni tempo, nei tanti contesti in cui è il gruppo o la società a dominare il reale, diventa seme di impopolarità, segno di contraddizione. Anche Maria ascoltando quelle parole di Gesù dovette decidere se seguire il clan familiare o quelle parole di eternità che chiamavano a fare del riferimento ultimo Dio stesso, che unisce con legami diversi, più aperti, più profondi. Maria riceve un altro annuncio: vuoi essere veramente discepola dell'Altissimo? Sei disposta a perdere tutto, anche l'appoggio dei tuoi legami familiari? Se di Gesù dicevano che fosse "fuori di sé" (cf Mc 3, 21), pensate che non mormorassero pure di Maria che lo assecondava? Gesù mentre pronuncia le ultime parole che abbiamo letto in questo brano evangelico, tanto forti e belle, gira lo sguardo, osserva tutti, con la presenza di sua madre comunica a tutti la grandezza dell'essere discepoli, apre gli orizzonti. Così Maria fu proiettata da quello sguardo sin sotto la croce, il momento in cui non fu affidata al clan familiare, ma a Giovanni, proprio in virtù di legami eterni ed elevati. Riusciamo a fare questo salto di qualità come cristiani, sull'esempio di Maria? Qual è il criterio ultimo delle nostre decisioni? Agiamo come se fossimo davanti all'eternità di Dio oppure no? Vogliamo veramente essere suoi discepoli? «Fratelli miei, ponete attenzione, ve ne scongiuro, a ciò che dice Cristo Signore stendendo la mano verso i suoi discepoli: "Questa è mia madre, questi i miei fratelli. Chi fa la volontà del Padre, che mi ha mandato, mi è fratello, sorella e madre". Non fece forse la volontà del Padre la Vergine Maria, la quale per fede credette, per fede concepì, fu scelta perché da lei venisse a noi la salvezza, fu creata da Cristo, prima che Cristo fosse fatto nel suo seno? Santa Maria fece la volontà del Padre e la fece interamente; e perciò vale di più per Maria essere stata discepola di Cristo anziché madre di Cristo. Vale di più, cioè c'è più felicità essere stata discepola anziché madre di Cristo» (Sant'Agostino). |