Omelia (29-01-2025)
Missionari della Via


Questa parabola potremmo definirla "la parabola della custodia". La parola di Dio, bene prezioso per la crescita spirituale, se non viene seminata nel cuore e non entra in profondità, se non viene accolta dal calore benefico della bontà e alimentata da una relazione con Dio, può essere sprecata e non portare frutto nella nostra vita. È un concetto profondo: non basta andare in chiesa se non si fa un passo in più, se non si decide di vivere la vita in Cristo, facendo diventare la sua Parola vita concreta. Si può benissimo andare in chiesa ma essere come un rovo, ergersi ed apparire come un essere spinoso senza frutti, soffocando tutte le cose buone in una morsa pungente; oppure si può credere che vada bene essere "fedeli asfalto" che vanno in chiesa ma rimangono duri, senza bontà, come un mantello di asfalto sacro che ricopre la durezza di una strada di pietra che non si apre all'amore. Oppure si può mettere un po' di bontà superficiale, quella delle buone maniere, far germogliare subito un seme che poi non va in profondità e non crea radici salde. Il Signore ci invita a saper custodire la sua Parola nel nostro cuore, ma anche a preparare un terreno, a far penetrare nella nostra storia, spesso piena di ferite, la sua linfa vitale. Custodire la bellezza è quindi fondamentale: imparare ad essere fedeli alla bontà, a conservare con cura le cose buone e belle e per analogia anche le relazioni fondamentali per la nostra vita. Chi non sa custodire incappa negli errori classici, che fanno sì che un seme prezioso venga disperso. Se non curiamo il nostro cuore può diventare un luogo inospitale dove non cresce nulla o dove tutto viene soffocato o, peggio ancora, dove germoglia tutto ma nulla viene custodito. Alcuni hanno bisogno di rivedere il linguaggio della custodia, questa parola diventata ignota a molti; il diavolo, infatti, ci insegna l'arte dello spreco delle cose belle. Non farlo trionfare: quando senti che il tuo cuore è portato allo spreco, lavoralo, richiama alla bontà la tua coscienza. Possiamo non custodire, non proteggere dal cinismo, dalla rabbia, dalla sfiducia, dall'abuso tante persone, tante situazioni, tante cose che profumano di trascendenza. Ci sono persino parole che vanno custodite, protette, curate per non farle finire nel baratro della rassegnazione e del non senso. Ci sono poveri e oppressi che vanno custoditi nel cuore di Dio. Ciascuno di noi può essere l'angelo custode che chiede a Dio: "Benedici il mio cuore per renderlo pronto ad accogliere bellezza, tocca il mio cuore affinché io stesso possa essere il custode del fratello, parola vivente, e che in Te e come Te, io possa essere seminatore di bontà da diffondere nel mondo".

Visita il mio cuore che anela
al tuo amore supremo
colmalo di granitica grazia, in te
arda per sempre,
fiamma senza fumo
eterno splendore.

Avvinghiami con il tuo amore
fuoco soave, fiamma di candore
che fai spuntare frutti da una terra arida.

Il mio cuore, mio buon seminatore,
non chiede altro che semenza d'amore
che cresca subito il frutto,
ciò che mendico è amore.


(Preghiera di Santa Umiltà da Faenza).