Omelia (01-01-2025) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21 All'inizio del nuovo anno, 1 gennaio, si celebra la Giornata Mondiale della Pace; 1 gennaio, si celebra il mio giorno di nascita, dal 1956; 1 gennaio, si celebra il giorno di Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa. Una donna, Eva, era all'inizio del mondo, madre di coloro che muoiono. Una donna è all'inizio della seconda creazione, Maria, madre di coloro che vivono in Colui che ha generato: Gesù, nostra salvezza, nostro Salvatore, nostra pace. Gesù è « nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal. 4, 4-5); e sua Madre, anch'essa, come il Figlio, obbediente alla legge, nel giorno della circoncisione, gli pone il nome di Gesù « come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre ›› (Lc. 2, 21). La prima lettura mostra Aronne mentre benedice il popolo eletto: «Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò ›› (Numeri, 6, 24-27). Ed è bello che questa benedizione si ripeta all'inizio di un nuovo anno. Chi benedice, chi protegge, chi rivolge a noi il suo Volto e ci concede la pace ha un nome di salvezza: Gesù, che significa salvatore, « Redemptor hominis». Nome che contraddistingue la nostra identità religiosa. Noi siamo di Cristo, cristiani. La nostra vita, come la nostra storia, ha bisogno di redenzione, di fede, di speranza. Siamo in cammino, sulle strade del mondo. La Chiesa ci aiuta, ci soccorre, ci sprona a andare avanti, a camminare. Non si appisola nella nostalgia del passato, nata com'è in libertà in una mangiatoia a Betlemme e da una tomba aperta sul Calvario, in una perenne incarnazione e risurrezione; dalla Pentecoste in noi e per noi la Chiesa è in cammino in tutte le direzioni dell'universo. Non solo lo spazio è incessante-mente percorso dai suoi testimoni (« Euntes », « Eritis mihi testes ››), ma anche il tempo è liberato da nostalgie del passato, da involuzioni e ambigue restaurazioni. Ci consola - ripetiamo - che sia una Madre a presentarci Gesù, ad aprire nel suo nome l'anno che nasce. E come un invito a rinnovarle tutto il nostro affetto, la nostra devozione. I misteri della fede per Maria si rendono più sensibili al cuore. La sua dolce presenza nelle immagini secolari, presenti nelle nostre chiese, ci dice di quale tenerezza umana e divina sia arricchito il popolo cristiano. Guardando Maria, vediamo Gesù; adorando Gesù veneriamo Maria. Accogliamo dunque Gesù che Maria ha generato per noi, per la salvezza del mondo. Preghiamola quando la solitudine ci opprime e il dolore ci tormenta. Invochiamo il suo soccorso nei giorni di stanchezza e di disperazione. È madre dell'amore che nasce, madre della pietà. La pietà è nata con lei, e con lei rinasce sempre, sul Calvario del mondo, e nei nostri calvari quotidiani. E primizia della risurrezione del Figlio e quindi madre di certezze immortali. «Bisogna rivolgersi a colei che è al di sopra di tutti, a colei che intercede (scriveva un pellegrino della fede, Charles Péguy). La sola che possa parlare con l'autorità di una madre. A colei che è infinitamente grande - perché è anche infinitamente piccola. A colei che è tutta grandezza e tutta fede - perché è anche tutta carità. A colei che è tutta fede e carità - perché è anche tutta speranza. A colei che è piena di grazia - perché è con noi. A colei che è con noi - perché il Signore è con lei››. Con noi, sempre: all'inizio del nuovo anno, in ogni giorno della vita, ora e nell'ora della nostra morte.
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