Omelia (15-03-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Eliseo mandò a Naaman un messaggero per dirgli:"Va', bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito". Come vivere questa Parola? Uomo prode e potente, Naaman, ministro del re di Aram. "Personaggio autorevole", stimato da tutti ma sostanzialmente un po' infelice. Costui infatti era affetto da una forma non grave di lebbra che, pur non escludendolo dalla vita sociale, gli era causa di notevole imbarazzo e disagio. Amara ironia: la radice del suo nome (n'm), in ebraico, è legata alla gioia e alla bellezza, di cui quest'uomo purtroppo non godeva. Ironia, ma anche preannuncio: infatti su suggerimento di una giovane donna d'Israele, Naaman si recherà dal profeta Eliseo, in Samaria, per chiedere la guarigione, e immergendosi nelle acque del Giordano su ingiunzione dello stesso profeta, non senza aver prima manifestato una certa ritrosia, otterrà la guarigione. Il testo sacro anzi precisa: "la sua carne divenne come la carne di un giovinetto". Guarito dunque. Anzi, di più: ringiovanito! Sull'effetto di questo 'bagno rituale' è bene soffermarsi un momento per capire come Dio, intervenendo nella nostra storia per redimerla dal di dentro, non si limita a guarire le ferite della nostra umanità intrisa di peccato e segnata dalla morte. Fa di più, molto di più: ci fa diventare "bambini del regno", restituendoci quella bellezza originaria pura inviolata, che nel tempo è stata sfigurata dalla lebbra del peccato. Tutto questo, ad una condizione: abbandonarsi a Lui senza opporre resistenze, immergendosi umilmente nella sua volontà d'amore, come Naaman nelle acque melmose del Giordano, anche quando ai nostri occhi questo tuffo sembra inabissarci nell'oscurità profonda di un'obbedienza faticosa e umanamente impossibile. Oggi, nella mia pausa contemplativa, come Naaman, anch'io m'immergerò in un bagno rituale che purifichi le profondità del mio cuore disponendomi ad assumere, in Cristo, il giogo soave di un'obbedienza terapeutica. Sì, terapeutica, perché correggendo le inclinazioni disordinate del cuore, guarisce il mio incedere zoppicante sulle vie dell'amore. Pregherò: Anche alla radice del mio essere, tu Signore hai posto il seme della gioia e della bellezza. Fatto a tua immagine, rendimi ora bambino del regno, puro e semplice, umile e obbediente, per amore. La voce di una piccola-grande mistica Se la tela dipinta da un artista potesse pensare e parlare, certamente non si lamenterebbe di essere toccata e ritoccata dal pennello; non invidierebbe affatto la sorte di questo oggetto, sapendo che non è al pennello, ma all'artista che lo dirige che deve la bellezza di cui è rivestita. S. Teresa di Lisieux |