Commento su Mt 4, 12-17. 23-25
Come vivere questa Parola?
Colpisce come il Vangelo di oggi abbia continuità con la Parola ascoltata ieri, nella festa dell'Epifania. Certo, in questo brano Gesù è già negli anni della Sua vita pubblica, eppure viene ripreso il tema della luce. Gesù è la luce incarnata, che cammina tra la gente per annunciare la speranza di un regno che è vicino, perché è già qui, presente in mezzo a noi, attraverso di Lui. Non c'è più bisogno di aspettare: la stella che i magi e i pastori hanno seguito li ha portati ad una persona che, oggi, cammina in mezzo al popolo e dona segni tangibili del Suo amore che cura. E noi, sentiamo questa presenza, il passare di Gesù che attirava le folle, in mezzo al camminare nella nostra quotidianità? E se la sentiamo, ci mettiamo in cammino con Lui per essere, a nostra volta, testimoni del Suo amore per chi ci passa accanto?
Può aiutarti nella riflessione l'ascolto della canzone Abbi cura di me di Simone Cristicchi: https://www.youtube.com/watch?v=0o6zza76pDg
La voce di un sacerdote
Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita; ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me; per questo mi hai dato la vita: Perché io fossi tuo compagno di volo, insegnami, allora, a librarmi con Te. Perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla, vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento, vivere è assaporare l'avventura della libertà, vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te. Ma non basta saper volare con Te, Signore, tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi, non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te.
Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva.
Don Tonino Bello
Benedetta Ferrone - benedetta.ferrone@gmail.com
|