Omelia (06-01-2025) |
Omelie.org (bambini) |
È sempre una festa bellissima quella che celebriamo oggi, la festa della luce, la festa in cui Dio manifesta il suo amore ad ogni persona illuminando con la sua luce e invitando tutti noi a rivestirsi di questa sua luce! Come ci si riveste di luce? Forse bisogna mettersi un abito o una giacca tutta piena di perline luccicanti? Le persone dello spettacolo lo fanno... questi abiti che dovrebbero brillare non lo possono fare se non sono illuminati da un riflettore. Le perline non possiedono luce propria e brillano solo e soltanto se sono illuminate da un'altra luce. Così e solo così brillano perché "riflettono", proprio come in uno specchio, la luce.Allora questa può essere una bella indicazione per ciascuno di noi. Siamo chiamati a risplendere. Se vi ricordate ce lo dice anche Gesù: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone". Risplendere perciò è il compito del cristiano. La nostra vita però risplende se è sotto la luce di Dio e Gesù oggi si mostra come luce per ogni uomo. Stare con lui significa far risplendere la nostra esistenza. I magi, questi sapienti dell'oriente, sono stati attratti dalla luce di una stella che li ha guidati verso un luogo umile e semplice dove Maria e Giuseppe erano alloggiati a Betlemme, insieme al loro bambino. La nascita di Gesù diventa gioia non solo per i genitori, non solo per i vicini, ma anche per i lontani. E si può essere lontani in tanti modi. Lontani perché, come i magi, abitanti di un'altra terra. Lontani perché esclusi dalla società come i pastori. Lontani a causa del cuore chiuso come il re Erode e i suoi sapienti che, pur conoscendo le scritture, non riescono a lasciarsi sorprendere dalla novità che Dio offre loro. Questo bimbo, nato in una piccola città come Betlemme, è in realtà Dio che mostra il suo amore accogliente verso tutti. Un Dio che non esclude nessuno e sono certa che anche voi, facendo il presepe, abbiate sottolineato questo aspetto mettendo all'interno di esso statuette di personaggi dal colore della pelle diverso. Tutti, tutti i popoli possono trovarlo, incontrarlo, gioire della sua presenza e della sua luce. Se Dio accoglie tutti, se il Signore non esclude nessuno, ecco allora che anche noi che ci chiamiamo Cristiani, siamo chiamati a vivere questa accoglienza verso tutti, a non escludere nessuno. Quando ricomincerà la scuola, dopo tutte le vacanze natalizie, sarebbe bello che voi ritornaste con atteggiamenti di accoglienza verso tutti i compagni senza escludere nessuno dal cuore! Inoltre, questo che viviamo è un anno specialissimo: forse qualcuno vi avrà spiegato che è un anno che accade ogni 25 anni. È l'Anno Santo. Perciò il prossimo anno santo che vivrà ciascuno di voi sarà adulto, sarà grande, forse qualcuno sarà già laureato, forse qualcuno avrà un fidanzato una fidanzata, qualche altro starà pensando a cosa fare della sua vita.... Per questo io vi invito a vivere con intensità questo anno speciale, perché già adesso mettete le basi per ciò che sarà il vostro futuro. Penso che vi ricordiate bene il tema che Papa Francesco ha scelto per questo anno santo: "Pellegrini di Speranza". Cerchiamo insieme di capire il significato di questo tema. Intanto il termine pellegrino è un termine specifico che si usa solo e soltanto per chi intraprende un viaggio che nei tempi lontani avveniva il più delle volte a piedi verso una località speciale per la fede. E allora, quali erano le mete del pellegrinaggio? Ad esempio la terra Santa, la terra dove Gesù ha vissuto. Per una persona di fede visitare i luoghi dove Gesù è passato, rileggere i passi dei vangeli che raccontano i gesti di Gesù, le sue parole, aiuta a rinnovare la fede. Un'altra città meta di pellegrini, in particolare quest'anno, è Roma. Perché questa città è stata la città dove molti cristiani hanno dato la loro vita per il Signore. Il Colle Vaticano dove oggi sorge san Pietro era un luogo di martiri, il Colosseo era il luogo dove i cristiani venivano uccisi perché non volevano rinnegare la loro fede in Gesù. Il termine pellegrino è un termine che dice "cammino" ma noi sappiamo che si cammina non solo e soltanto con i piedi, ma si cammina anche col il cuore, con l'intelligenza, con la volontà. Camminare richiede fatica, richiede impegno. L'altro termine importante è Speranza. La speranza è una virtù che racconta, insieme alla fede e alla carità, il nostro impegno di credenti. La fede, lo sappiamo, è fidarsi, affidarsi al Signore, al suo amore. La Carità è donare a chi ha bisogno quanto possiamo in tempo, in disponibilità, in aiuto economico, oppure aiuto nei compiti, nei servizi, ecc. E la speranza? Se ci pensate bene, questo termine a differenza degli altri due, lo usiamo molto spesso. Per esempio io so che voi dite: speriamo che domani non piova, oppure speriamo che oggi l'insegnante non mi interroghi, oppure speriamo che mio cugino venga a trovarmi presto ecc. Questa speranza che abbiamo elencato è una speranza che è fondata su nulla. La speranza di cui parla Papa Francesco, la speranza virtù teologale, è una certezza, perché ripone le nostre attese nel Signore. Ci dice infatti san Paolo che la Speranza riposta in Dio non delude mai. Allora pellegrini di Speranza, lo sono stati anche i Magi che si sono fidati di quella luce che li ha guidati per giorni e giorni verso Betlemme. Come i magi, anche noi possiamo camminare in questo anno, guidati dalla luce di Gesù, della sua Parola, per diventare pellegrini che ripongono in lui tutta la speranza. Buon cammino e buon Anno Santo! Commento a cura di Piera Cori |