Omelia (16-03-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento Matteo 18,21-35

Dalla Parola del giorno
Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me?"...Gesù gli rispose: "...settanta volte sette".

Come vivere questa Parola?
Tra i rabbini si discuteva di frequente sul numero delle volte che si dovesse accordare il perdono. Fino a tre – si diceva, secondo il presunto stile di Dio (cfr. Gb 33,29). Ora però Pietro ascolta la parabola della pecorella smarrita, e certo riflette sulla conclusione di Gesù: "Il Padre non vuole che si perda neanche uno di questi piccoli". Perdonare soltanto fino a tre volte sicuramente non basterà! – pensa. Si affretta perciò a chiedere spiegazioni: "Signore, quante volte dovrò perdonare...fino a sette volte?" – volendo spingersi oltre la misura della prassi. Aveva intuito infatti che la misericordia di Dio supera i limiti angusti segnati dalla tradizione rabbinica. Ma pur andando oltre, Pietro continua a porre dei limiti. E Gesù lo spiazza: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette", cioè sempre, mutuando questa formula dal canto di Lamech, discendente di Caino: "Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette" (Gn 4,24). Come a dire: a una vendetta senza limiti si contrapponga una misericordia illimitata.
Abituati come siamo a conteggiare il perdono, trincerandoci in quell'espressione ambigua: "A tutto c'è un limite", capiamo bene che questa pericope evangelica blocca ogni autorizzazione a procedere contro il fratello che sbaglia. Gesù ha abbattuto infatti quei limiti posti dalla nostra durezza di cuore ricordandoci che Dio perdona sempre e che il debito contratto con lui è infinitamente più grande di quello che gli altri possono aver contratto con noi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a considerare l'enormità del debito contratto con Dio, non per scoraggiarmi, ma per soppesare l'illimitatezza del suo perdono; e così, pregno di misericordia, potrò volgere lo sguardo sui quei fratelli a cui forse ho qualcosa da perdonare. In preghiera ripeterò al cuore le parole di Gesù:

Perdona sempre, perdona di cuore!

La voce di un poeta senegalese
Ai piedi della mia Africa, crocifissa da quattrocento anni ma che ancora respira, lasciami dirti, Signore, la sua preghiera di pace e di perdono (...). Signore, il ghiaccio dei miei occhi si scioglie ed ecco che il serpente dell'odio leva la testa nel mio cuore, quel serpente che io credevo morto. Uccidilo, Signore, perché io devo proseguire il mio cammino.
Léopold Sédar