Omelia (17-03-2004)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Dt 4,1

Dalla Parola del giorno
Mosé parlò al popolo e disse: "Ascolta, Israele, le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi".

Come vivere questa Parola?
"Leggi e norme": questa espressione si riferisce alla torah come orientamento di vita e non semplicemente come osservanza di precetti. In quanto tale, per Israele, essa abbraccia sia l'ambito cultuale che la vita quotidiana, fondata com'è sulla rivelazione di Dio e animata dalla consapevolezza dell'Alleanza che Egli ha stabilito con il suo popolo, nel vincolo di una fedeltà perenne. Ecco perché Gesù precisa di non essere venuto ad abolire la Legge e i Profeti, "ma per dare compimento", ossia per realizzare le profezie e portare la legge antica alla sua perfezione, rivelandone il senso ultimo e più autentico.
Ciò dicendo, Egli smaschera la nostra ipocrisia farisaica, che s'annida nel cuore quando trascuriamo l'essenziale, lo spirito dei comandamenti, e ce ne stiamo barricati in un osservanza letterale e scrupolosa di aspetti secondari della legge esponendo in bella vista comodi alibi per non compiere la volontà di Dio. Non solo: per questa ostentata apparente irreprensibilità, pretendiamo incenso e reclamiamo consensi. Stolti: non ci accorgiamo che ci stiamo addirittura servendo della Legge di Dio per attizzare il fuoco dell'ego che si consuma avido nella superbia della vita?
Lasciamoci dunque interpellare da Gesù che ci addita una giustizia sovrabbondante, ossia quel vivere autentico secondo il vangelo, totalmente disarmato e consegnato all'Amore. Senza finzioni né compromessi, affinché la nostra vita sia limpido e pacato tralucere di gioiosa schiettezza evangelica.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, non esiterò dunque a smascherare quegli atteggiamenti inautentici che rischiano di farmi assopire in una sorta di comodo e borioso perbenismo, impedendomi di aderire fedelmente alla volontà di Dio. Questa la mia preghiera:

Aiutaci a capire, Signore, quanto stolto sia quel "sentirsi a posto" che ci rende tronfi e antipatici. Smaschera in noi quanto di insincero e 'costruito' ostentiamo per attirare l'attenzione e il consenso degli uomini e facci percepire l'intima gioia di essere limpidi e puri dinanzi a Te.

La voce di un grande mistico
Il cristiano deve rallegrarsi non unicamente perché compie le opere buone e segue retti costumi, ma solo perché le compie per amore del Signore, senza altro riguardo.
San Giovanni della Croce