Omelia (18-03-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Come vivere questa Parola? Sovente il demonio interviene per disturbare la comunicazione tra gli uomini, come nel caso del vangelo odierno. La sua potenza occulta provoca stati d'infermità e induce il posseduto a "gridare forte" o ad ammutolirsi. In ogni caso perverte la parola tentando di snaturare lo stesso messaggio di Gesù. Qui è un demonio muto che impedisce la parola. E Gesù, come annota Luca con stile stringato, "lo stava scacciando". Il verbo utilizzato dall'evangelista – ekbàllō – acquista in questo contesto una certa rivelanza teologica. Infatti mentre pagani e giudei tentavano di cacciare i demoni ricorrendo a scongiuri, sortilegi e altre pratiche magiche, a Gesù basta la potenza della sua parola: "Esci da costui!", aveva intimato precedentemente ad uno spirito immondo nella sinagoga di Cafarnao. Con Cristo, in pratica, si realizza la sconfitta definitiva del mondo delle tenebre, che capitola rovinosamente dinanzi alla Sua signoria, la cui irradiante potenza è principio di liberazione: "Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare". "Parlare": questo è il dono che Gesù, piegato il male alla radice, offre a piene mani, perché gli uomini possano comunicare tra loro e con Dio. Ecco perché l'arte del comunicare, come la definisce il card. Martini, è segno di comunione e alligna lì dove si coltiva e custodisce un'interiorità profonda, abitata da Dio. C'è da temere dunque quando il dialogo tra noi scade nel vaniloquio, nel pettegolezzo e nella mormorazione. Di certo, ai crocicchi di questa superficialità mondana, in cui ci si riunisce nel nome dell'effimero, Gesù non è tra noi. "E chi non è me – ci dice Gesù – è contro di me!" Ma chi è contro di Lui se non il demonio e chi si lascia sopraffare dalle sue seduzioni? Oggi, nella mia pausa contemplativa, indugerò a lungo a parlare con Dio e più ancora a lasciare che la Sua Parola parli a me nelle profondità del cuore. Da questo dialogo orante imparerò così a parlare di Dio ai miei fratelli, recidendo ogni vanità superficiale nel mio pacato e affabile conversare. Questa la mia preghiera: Fa', o Signore, che, libero il cuore dalle insidie del male, possa parlare con Te nel silenzio, e parlare di Te ai miei fratelli, bandendo nell'umile affabilità ogni parola cattiva o ambigua che possa scadere nella maldicenza o nella chiacchiera futile. La voce di un grande mistico Il non guardare alle imperfezioni altrui, l'osservare il silenzio e il continuo tratto con Dio, sono cose che estirperanno grandi imperfezioni dall'anima e la renderanno padrona di grandi virtù. Il demonio teme come Dio l'anima che è unita al Signore. San Giovanni della Croce |