Omelia (19-01-2025) |
padre Ezio Lorenzo Bono |
L' “open bar” di Gesù (Max Angioni) I. Qualche anno fa, il giovane comico Max Angioni aveva esordito all'Italia's Got Talent con uno sketch sul primo miracolo di Gesù, durante il quale diceva che Gesù trasformando l'acqua in vino, ha cominciato a mostrare il suo "super power" con un miracolo "open bar". Max in modo simpatico e mai volgare mostra un Gesù dei nostri giorni, che parla il linguaggio dei giovani del nostro tempo. A modo suo ci mostra un Gesù vicino, che vive la nostra vita quotidiana e condivide la vita e le gioie delle persone, come appunto, partecipando a una festa di nozze. II. Per alcuni è un poco vergognoso che il Messia si presenti al mondo come uno che dà da bere a delle persone, tra l'altro già brille, e allora corrono a "spiritualizzare" questo avvenimento leggendolo in maniera metaforica. Questo miracolo è il biglietto da visita di Gesù, l' incipit di una storia meravigliosa che Dio è venuto a raccontare all'umanità. Gesù a Cana di Galilea vuole che la festa continui, che i canti e le danze riprendano vigore, che l'allegria dello stare insieme diventi contagiosa... Non dobbiamo spiritualizzare o far diventare allegorico qualcosa che invece è molto concreto e umano. La cosa buffa è che degli uomini vogliono spiritualizzare qualcosa di molto umano come il banchetto, mentre Dio, al contrario, vuole concretizzare qualcosa di spirituale descrivendo l'incontro finale con Lui con un banchetto imbandito con viveri e bevande. Gesù esordisce con un banchetto di nozze, con del vino in abbondanza, con l'allegria... Questo però non deve farci dimenticare l'attenzione all'altro. Dio ci invita a vivere felici, ma preoccupandoci nello stesso tempo anche della felicità degli altri. Perché ha diritto di essere felice solo chi si preoccupa anche della felicità degli altri. Altrimenti non sarebbe felicità ma egoismo. Ecco che allora appare qui la figura centrale del racconto, quella di Maria, lei pure invitata alla festa di nozze insieme a Gesù e i suoi discepoli. A quella festa c'erano molti invitati, come si deduce dal numero delle giare per la purificazione, tuttavia nessuno di loro si era accorto che il vino era agli sgoccioli. Non se n'era accorto il maestro di tavola che era il responsabile dell'organizzazione e della realizzazione della festa; non se n'erano accorti gli sposi, né i loro genitori, né i discepoli di Gesù, e nessun altro degli invitati. Solo Maria se ne accorge. Sarà che tutti gli altri erano ciechi? Forse qualcun altro se n'era accorto ma ha fatto finta di niente. Maria invece se ne accorge e si interessa, interviene, non rimane in disparte pensando "non sono affari miei". Questo fatto ci ricorda la parabola di quell'uomo che era andato di notte ad importunare l'amico chiedendogli dei pani perché aveva ricevuto una visita inaspettata e non aveva nulla da dare agli ospiti. L'amico si alzò per dargli dei pani, ma non penso che l'ha fatto per levarselo dai piedi, ma perché sapeva che di fronte alla vergogna del proprio amico, non si può rimanere indifferenti. Così Maria, di fronte alla vergogna che avrebbero passato gli sposi, non poteva rimanere indifferente, e si diede da fare. E tu, di fronte alla necessità di tanti fratelli e sorelle, resti indifferente e giri la testa da un'altra parte dicendo "non sono affari miei"? Le parole: "Fate tutto quello che Lui vi dirà", sono le ultime parole di Maria riportate dai vangeli. Sembra essere il suo testamento spirituale. Di sicuro Maria avrà detto in seguito altre parole, che non sono state riportate, forse perché tutto quello che ha detto in seguito non poteva superare queste parole pronunciate a Cana: "Fate tutto quello che Lui vi dirà". Con queste parole Maria ha detto tutto, non c'è più nulla da aggiungere, non c'è nessun'altra verità maggiore di questa. È questo il testamento che Maria lascia a ciascuno di noi: fare tutto quello che Gesù ci dice. Tutto il resto avanza. I servi che hanno attinto l'acqua hanno fatto quello che Gesù ha detto loro e così la festa ha potuto continuare. Se non avessero obbedito, la festa sarebbe tristemente finita. Gesù lascia a noi la responsabilità di fare del mondo un luogo di festa o di tristezza. E tu? Sei causa di tristezza o di felicità per le persone che incontri nella tua vita? III. Per concludere. Nel giugno dell'anno scorso, Max Angioni ha partecipato, insieme a un centinaio di altri artisti da tutto il mondo, all'incontro dei comici con Papa Francesco in Vaticano. In quell'occasione, il Papa ha ricordato loro che far sorridere è una missione preziosa, un antidoto alla tristezza e alla solitudine del nostro tempo. Ha detto che la comicità, quando è genuina, fa sorridere persino Dio. Io penso che anche Gesù abbia sorriso quando si è visto raccontato da Max Angioni come un giovane di una "boy band." Perché essere cristiani significa anche questo: riuscire a far sorridere Dio. Farlo con l'allegria, come ha fatto Max insieme agli altri comici, ma anche con l'amore e la fiducia, come ha fatto Maria. Essere cristiani significa portare allegria, speranza e fiducia nelle vite degli altri. E allora possiamo davvero far sorridere Dio e i fratelli dicendo con la nostra vita: "The show must go on" - la festa continua. ___________________ Ti invito a guardare il videomessaggio settimanale di 30 secondi (in italiano, portoghese, inglese, francese e spagnolo) ispirato al Vangelo della Domenica, che puoi trovare (generalmente a partire da ogni mercoledì) sul mio profilo Facebook , Instagram e TikTok, sul mio canale Youtube e sul mio canale Whatsapp. Il testo del commento al Vangelo lo puoi trovare anche sulla mia WebPage. 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