Omelia (19-01-2025) |
don Michele Cerutti |
E la festa continui Una festa deve essere indimenticabile e sappiamo tutti che quando invitiamo qualcuno vogliamo che non abbia a mancare mai niente. Quel giorno a Cana il rischio che gli ospiti tornassero a casa insoddisfatti era alto. È bastato uno sguardo a Maria per comprendere il disagio dei commensali di fronte alla mancanza di vino che poteva guastare l'atmosfera gioiosa della festa. Questa prontezza della Vergine diventa un monito per tutti noi. Il cristiano, che attinge lo stile da colei che è la creatura perfetta, deve essere attento a tutto ciò che lo circonda e dimostra una capacità di intercettare i bisogni. Questi debbono poi essere messi ai piedi di Gesù con la stessa fiducia che Maria trasmette ai commensali nella consegna semplice: Fate quello che vi dirà! L'espressione che mi colpisce di Maria è: Non hanno più vino. Se ci guardiamo intorno l'umanità sembra aver perso il vino che rende bella la fraternità universale. Guerre devastanti che nessuno vuole fermare, cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e poi nelle nostre comunità famiglie che si separano per motivi diversi quali la ludopatia, la violenza su donne e bambini. Nella Chiesa c'è il diffondersi di scandali. Guardando la nostra vita personale viviamo persi in preoccupazioni piccoli e grandi. Su tutto scende oggi in aiuto la semplicità di Maria: non hanno più vino. Potrebbe essere anche preghiera quasi a giaculatoria per chiedere l'intervento di Gesù perché nella vita di tutti, anche la nostra, non manchi mai il motivo della festa. Nello stesso tempo occorre essere capaci di vedere nel fratello o nella sorella quello sguardo che sappia intercettare un bisogno ancor prima che questo o quella possa esprimersi. Questo è possibile solo se la nostra vita è rivolta a Gesù e questo insieme ai suoi discepoli come ci dice Giovanni all'inizio del brano che segnala proprio la presenza del Maestro con i suoi amici. Il Cristo si incontra in mezzo alla sua Chiesa quindi con gli apostoli e con Maria. La risposta di Gesù alla Vergine ci sembra strana. Questa stranezza la riceviamo anche noi ogni volta che siamo provati nella nostra richiesta. Quando chiediamo qualcosa e il Signore sembra ritardare nella risposta. Gesù prova la Madre e prova tutti noi sempre rimandandoci alla Croce, l'ora in cui tutti siamo indirizzati. Solo ai piedi di questa comprendiamo la nostra vera vocazione e quindi la nostra responsabilità. Gesù esaudisce la richiesta di Maria, esaudisce ogni nostra richiesta ma sembra dirci non ti tolgo la Croce questa è l'esperienza unica della tua vita quella che ti apre le porte del cielo, quella che diventa chiave per la vita piena. La preghiera quindi viene accolta dal Signore sempre secondo la volontà sua, ma il rimando alla dimensione del Calvario deve rimanere sempre sullo sfondo perché solo in questo mondo la nostra richiesta viene compresa. Alla luce degli eventi pasquali tutto prende forma e senso. La Vergine, Madre della Provvidenza, ci aiuti a discernere le nostre esigenze, ci aiuti a non intimidirci nel rivolgersi al Figlio e ci aiuti a confidare nella disponibilità di Gesù stesso mettendoci alla scuola di colui al quale Ella chiede di affidarci fedelmente. |