Omelia (19-01-2025) |
don Alberto Brignoli |
La salvezza ci viene dai poveri Di solito, se c'è di mezzo Dio, va sempre tutto bene. Eppure, quel giorno a Cana di Galilea, Dio c'era, ma la festa non andò poi tanto bene: a metà banchetto venne a mancare il vino, l'elemento della gioia, la bevanda che rallegra i cuori, che unisce, che fa dimenticare le malinconie e che rende anche solo per un istante tutti amici, anche solo per il fatto di averne giù un bicchiere in più del solito... Ma se la gioia viene meno, anche la festa può trasformarsi in dramma. E quante volte pure a noi capita così, quando vogliamo fare festa: cerchiamo momenti per stare insieme, per rallegrarci un po', per stare bene con gli amici, e poi, sul più bello, per i più svariati motivi, qualcosa non gira giusto, qualche parola di troppo, qualcuno si offende, e spesso si creano situazioni talmente imbarazzanti che è meglio prendere su e andarsene. Come del resto avviene, più in generale, nella vita: si cerca sempre di essere felici, sereni, senza pensieri, si fanno i migliori propositi (soprattutto adesso, all'inizio dell'anno) per cercare di vivere bene e poi, per colpa nostra o degli altri o della vita stessa, veniamo all'improvviso a contatto con problemi, difficoltà, a volte drammi che, quando sono veramente grandi e non sappiamo come fare a risolverli, ci fanno sembrare che tutto il mondo ci crolli addosso. Poi magari abbiamo ancora un po' di fede e ci chiediamo "Dov'e Dio?": lo invochiamo, ma lui non risponde. Molte volte, Dio sembra non rispondere alle nostre richieste di aiuto: poi ci accorgiamo che siamo stati troppo impavidi, che abbiamo osato oltre il dovuto, e allora ci pare naturale ricorrere alla mediazione di qualcuno, di qualcuno di potente, di qualche santo tipo sant'Antonio e santa Rita, quelli che a volte risolvono anche i casi più disperati... ultima, in fondo, ricorriamo alla più potente fra tutti, la nostra Mamma del cielo, Mediatrice di Grazia... almeno lei verrà ascoltata! Invece, quel giorno, a Cana di Galilea, non c'è santo che tenga: il Figlio di Dio non ne vuole sapere, e risponde male anche alle richieste di una Madre premurosa e Mediatrice di Grazia: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora!". "Ogni cosa a suo tempo", sembra rispondere Gesù a sua Madre (la chiama "Donna", per di più...): perché mai dovrei stare lì a soddisfare immediatamente le richieste dell'uomo, capace di venire a cercarmi solo quando è in difficoltà? Una Madre poco sensibile, poco attenta, o anche solo tirata o nervosa risponderebbe immediatamente a tono a una risposta così poco cortese del proprio figlio... mi immagino cosa avreste fatto voi, mamme, a vostro figlio, se vi avesse risposto in questo modo! Ma una Madre che conosce bene il Figlio, che lo apprezza e lo ama nonostante le sue scontrosità, capisce immediatamente, con un sesto senso tutto materno e solo femminile, ciò che il figlio pensa e si appresterà a fare. Anche perché il suo "Donna", lei lo legge in tutta la sua ricchezza: la chiama "Donna" perché è "la" Donna, l'unica vera influencer a cui qualsiasi altra donna deve ispirarsi. Da qui, la sua intuizione con quel "qualsiasi cosa vi dica, fatela": come a dire "non preoccupatevi, vuole farvi fare un percorso, un cammino di fede, invece di risolvervi i problemi così, di botto". E difatti è vero: se Dio ci risolvesse i problemi "in quattro e quattr'otto" perderemmo la nostra fede in Lui. Avremmo con lui un rapporto "commerciale", di convenienza: saremmo degli approfittatori, degli aguzzini che si servono di lui per ottenere i propri scopi, ma non ce ne importerebbe nulla di lui. In definitiva, non lo ameremmo. E questo a Dio non va: avere fede in lui significa, anzitutto, avercelo a cuore, amarlo, nonostante tutto. Nonostante, per seguirlo, si debba fare per lui "qualsiasi cosa"... Per ottenere il vino, ovvero la gioia, le Grazie che chiediamo al Signore per la nostra vita, Maria ci invita a percorrere un cammino non sempre scontato e facile: occorre dimostrare di avere pazienza e fiducia in Gesù, perché ci possa ottenere una grazia. E così, Dio, alla nostra richiesta di vino, ci dice (incomprensibilmente e inspiegabilmente) di riempire le anfore... di acqua! Ma siamo proprio sicuri che qualsiasi cosa ci dica la dobbiamo fare? Quelle anfore servivano per purificarsi prima del pranzo... ci hanno lavato dentro mani e piedi tutti quanti! E poi sono di pietra... granitiche e irremovibili, pesanti da smuovere come la Legge di Mosè... e per di più sono sei... ne manca una alla perfezione del sette, sono incomplete, non basteranno mai... Ma la Grazia di Dio è così: si manifesta in forme e per strade completamente diverse da quelle che noi vorremmo. E non è finita, perché invece di darci subito il vino, dono della sua Grazia, vuole che ne facciamo assaggiare al direttore del banchetto: perché la Grazia di Dio si manifesta attraverso il rispetto e l'obbedienza all'autorità, anche se a noi piacerebbe saltarne la mediazione e arrangiarci a tu per tu con Dio. Del resto, a che serve la Chiesa, se con Dio posso averci a che fare da soli? Ed è proprio qui che Dio ci stupisce, perché la sua Grazia ce la rivela attraverso la Chiesa, ma per mezzo di una mediazione potente, quella dei poveri, quella dei servi: i servi del banchetto (i soli che sanno da dove hanno attinto il vino nuovo) e la Serva del Signore, colei che ci aveva detto "qualsiasi cosa vi dica, fatela". Il direttore del banchetto, la persona più importante in quel momento, non sa da dove viene il vino: lo sanno i servi e la Serva, e sono loro che riveleranno ai potenti l'efficacia della Grazia di Dio. Quell'acqua che serviva per la purificazione rituale dei Giudei, pesantemente custodita nei vasi di pietra della Legge, diventa vino, allegoria di quel Sangue sparso sulla croce che purificherà ogni uomo per Grazia, indipendentemente dalle opere della Legge. Ma a nessuno di noi sarebbe dato di gustare la bellezza delle opere di Dio se non ci fossero dei poveri servi che hanno la grazia di attingere per primi alla fonte della salvezza. Che Dio ci doni la grazia di non lamentarci mai del poco che abbiamo: perché oggi ci ha dimostrato cosa è capace di fare con un po' di acqua, attinta da sei giare, usate come catini per lavarsi, fatte di pietra dura e irremovibile, con l'aiuto di un gruppo di poveri servi. E con la preghiera della Serva, non per niente "Donna". |