Omelia (26-01-2025)
padre Ezio Lorenzo Bono
NICE (NIETZSCHE) CHE DICE? BOH! (Zucchero Fornaciari)

I.
Dopo essermi laureato in filosofia, alcuni amici mi prendevano in giro amichevolmente dicendomi che "la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale si rimane tale e quale". E mi cantavano il ritornello della canzone di Zucchero: "Nice (Nietzsche) che dice? Boh!", intendendo con "Nietzsche" tutta la filosofia da loro ritenuta incomprensibile, e quindi inutile. Quello che dicono Nietzsche e gli altri filosofi, non è qualcosa di inutile, perché trattano delle questioni fondamentali per l'uomo, come la ricerca della verità e del senso della vita. A me personalmente piace leggere Nietzsche, anche se in me la sua filosofia sortisce l'effetto contrario di quanto si prefigge. Per esempio, dopo aver letto "l'Anticristo", il libro con il quale Nietzsche voleva distruggere la fede cristiana, ho creduto e amato ancora di più la mia fede in Cristo. Perché quelli che secondo Nietzsche sono i punti deboli del cristianesimo, come l'esaltazione e la difesa degli ultimi, sono in realtà i suoi punti di forza. Anche il suo altro famoso libro "Così parlò Zarathustra", che aveva lo scopo di fondare una nuova era e una nuova religione, e annunciava la morte di Dio, in realtà ha rafforzato ancora di più la mia fede in Dio. Nietzsche ha preso come pretesto per diffondere la sua "nuova religione" la figura dell'antico profeta Zoroastro vissuto secoli prima di Cristo. Questi aveva fondato la religione detta Zoroastrismo, la quale aveva anticipato molto tempo prima, i temi che sarebbero apparsi poi nelle altre religioni monoteiste, cristianesimo compreso. Questo nuovo Zoroastro, Zarathustra, all'età di 30 anni salì sulla montagna dove visse come eremita per dieci anni e all'età di quarant'anni scese dal monte per iniziare la sua predicazione, che possiamo riassumerla essenzialmente in quattro punti: la morte di Dio, l'idea dell'eterno ritorno, il superuomo e la volontà di potenza. Queste furono le sue prime parole: «Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla terra e non credete a coloro i quali vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure!». E introduce l'idea del nuovo uomo, il "superuomo", forte, potente, che non ha più bisogno di Dio, con lo spirito opposto a quello che lui definisce del "pecorismo nazareno".

II.
Tra questo primo discorso di Zarathustra e il primo discorso di Gesù alla sinagoga di Nazareth, che abbiamo ascoltato nel Vangelo di questa domenica, ci sono delle analogie. Dopo un periodo di preparazione come Zarathustra, Gesù a trent'anni inizia la predicazione al suo paese dove aveva vissuto fino ad allora. Annuncia però qualcosa di totalmente diverso da Zarathustra: Dio non è morto, è vivo più che mai, e il suo regno è vicino. Si rivolge non ai superuomini o ai potenti della terra ma invia il suo Messia con una missione precisa: "mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi...". Il cristianesimo ha messo al centro i poveri, gli ultimi. È proprio questo che Nietzsche contesta alla nostra religione, l'aver esaltato la debolezza invece che la forza. Sembra che l'idea del superuomo niciano abbia poi ispirato l'idea della razza pura di Hitler e le sue manie di potenza come anche le idee di elitismo e competitività del capitalismo più selvaggio, dove i più forti arraffano tutto e i più deboli restano indietro o scartati. Questa filosofia viene abbondantemente insegnata nelle scuole: è curioso vedere come di tutto ciò che riguarda Dio e la religione non si può parlare, ma di ciò che nega l'esistenza di Dio e ridicolizza la religione si può parlare, eccome! Papa Francesco però ha ripetuto più volte parlando del "Patto Educativo Globale" che "non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita".

V.
Per concludere.
Sembra che Zucchero abbia composto la sua canzone, a seguito delle discussioni e liti con la sua ex moglie, la quale in quei momenti citava spesso Nietzsche, del quale era un'avida lettrice. Conosco molti "avidi lettori" di Nietzsche, che conoscono poco o niente di Gesù Cristo. Se Nietzsche ha scritto l'Anticristo, non vorrei sembrare un "Anti-nietzsche" se oso contraddire le quattro idee di Zarathustra:1) Dopo due secoli dalla profezia niciana, Dio non solo non è morto, al contrario le religioni si sono diffuse nel mondo ancora di più che nel passato (quando parlo di mondo non parlo della piccola e vecchia Europa in via di estinzione). Dio è morto si, ma solo per tre giorni, poi è risorto. 2) Invece di credere che la vita sia un "eterno ritorno" circolare che si ripete monotonamente all'infinito, preferisco credere che sia invece un cammino lineare verso il punto omega finale, che è Dio. 3) Invece del "superuomo" (che in realtà è solo un "superometto" che non sa nemmeno stare in piedi da solo), preferisco il "superuomo" per eccellenza che è Gesù Cristo, modello dell'umanità pienamente realizzata. E infine, 4) invece di pensare che il mondo sia mosso dalla volontà di potenza, credo fermamente che in realtà sia mosso dalla potenza dell'amore di Dio.
E quindi "Nietzsche che dice?". Boh! Sappiamo però cosa ci dice Gesù, che è il compimento delle promesse di Dio come abbiamo sentito nel Vangelo di questa domenica: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Non serve diventare superuomini, basterebbe essere uomini capaci di amare come Gesù, partendo dagli ultimi.

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