Omelia (04-02-2025)
Missionari della Via


Oggi anche a noi Gesù rivolge le parole "Talità kum", un'espressione che in aramaico significa "Fanciulla, alzati!". Con queste parole Gesù ci ricorda la nostra dignità. La dignità che abbiamo anche quando perdiamo sangue, cioè quando perdiamo la vita o ci assopiamo in uno stile cupo e mortifero che ci addormenta, cullati dal non senso. Alzarsi non è una richiesta di straordinario ma la grazia di vivere l'ordinario in modo straordinario: è camminare e non stare fermi, avere occhi aperti, portamento ritto. Nelle nostre mani c'è tanta grandezza e non possiamo stare chinati a far scorrere il sangue della nostra vita: dobbiamo toccare Gesù, toccare la vita vera e afferrare un progetto di felicità e pace. A quanti giovani dediti alla "divanoterapia" bisogna dire "Alzati!"; a quante persone sconfortate o chinate sul proprio dolore o raggomitolate nelle proprie sventure bisogna dire "Alzati!". A quanti che passano le ore cercando i colpevoli, che si sentono spenti o che cercano surrogati di amore, vivendo in funzione degli altri ed incapaci di cogliere il proprio valore, dobbiamo ripetere "Alzati!". Sì, nel nome di Cristo, anche a noi dobbiamo ripetere: "Alzati!", "Vai", "Vivi" "Cammina". Un giorno vidi una ragazza all'apparenza distaccata, non realizzata nel suo percorso di vita e con un atteggiamento passivo aggressivo, partecipare ad un incontro in cui parlava una suora. Quest'ultima incoraggiava a guardare la bellezza che abbiamo dentro e io mi commossi profondamente al vedere questa ragazza piangere copiose lacrime; mi sembrò che anche a lei il Signore stesse dicendo: "Fanciulla bellissima e da me amata, alzati". Forse dovremmo smetterla di pensare che per avere un valore si debbano avere grandi doti, sapendo che c'è la voce di amato che ci invita a camminare. Forse dovremmo smetterla di aspettare chissà quali cambiamenti esterni per rimetterci in gioco, sapendo che c'è l'Amore che qui ed ora ci invita ad alzarci! Forse Michelangelo a ventitré anni nel 1498 non avrebbe scolpito la pietà, una delle opere più belle al mondo, senza lo sprone a scoprirsi e a mettersi in azione. E Dio ha usato le sue mani per donarci tanta meraviglia! Forse le nostre mani verranno usate per fare una carezza che vale tante opere d'arte messe insieme, o per indicare una strada, o forse c'è chi le mani non le ha ma impara ad accarezzare con l'anima. Comunque e dovunque siamo, impariamo a donare la nostra vita e Dio venendoci incontro dirà: "alzati, vali tanto!". E da quel giorno diventeremo "gioiosi messaggeri dell'alzati di Dio".

«Non c'è solo la morte del corpo, c'è anche la morte del cuore e dell'anima. La morte dell'anima è quando si vive nel peccato; la morte del cuore è quando si vive nell'angoscia, nello scoraggiamento o in una tristezza cronica. Le parole di Gesù: "Talità kum", fanciulla, alzati! non sono dunque rivolte solo a ragazzi e ragazze morte, ma anche a ragazzi e ragazze viventi. Quando è triste vedere dei giovani...tristi. E ce ne sono tantissimi intorno a noi. La tristezza, il pessimismo, la nonvoglia di vivere sono sempre cose brutte, ma quando li si vede o li si sente esprimere da ragazzi ancora di più stringono il cuore. Ci sono adolescenti, che hanno apparentemente tutto, computer e moto compresi. Ma se si cerca di esortarli alla speranza e alla gioia, rispondono (e il loro volto mostra che non si tratta di una posa): "Mi sai dire un motivo, uno solo, per il quale dovrei essere felice?". Si vorrebbe rispondere: "Perché sei giovane, perché Dio ti ama, perché i tuoi genitori ti amano...", ma ci si rende conto che non serve e ci si limita a guardarli con pietà e tenerezza. A volte viene da gridare tra sé in questi casi: "Mondo perfido e cinico, che uccidi così la gioia di vivere di questi ragazzi! Prometti loro mari e monti e li lasci con la bocca (e il cuore) asciutti". L'invito ad avere fede è rivolto però anche a chi spiega il Vangelo agli altri. Perciò, con la fede nella potenza misteriosa delle parole di Cristo, non dobbiamo aver paura di gridare ai tanti ragazzi di oggi morti nel cuore: Talità kum! Su, ragazzo, su ragazza, alzati, scuotiti, "spogliati della tua tristezza"; smetti di crogiolarti nel tuo sterile pessimismo, vai verso gli altri e gli altri verranno verso di te!» (p. Raniero Cantalamessa).