Omelia (11-02-2025) |
Missionari della Via |
Commento su Marco 7,1-13 Oggi ricorre la memoria facoltativa della Beata Vergine Maria di Lourdes. Molti pellegrini da tutto il mondo si recano in questa cittadina francese per chiedere l'intercessione di Maria per la guarigione propria o altrui. E proprio Gesù nel Vangelo si rivela come la fonte di ogni guarigione per l'uomo, fino alla guarigione più profonda, la vittoria sulla morte. Il messaggio della Madonna a Lourdes o in altri luoghi ha una centralità: Gesù. Nessuna guarigione può essere autentica al di fuori della verità del Vangelo. Maria, infatti, riporta sempre a Gesù e ogni apparizione autentica viene ricapitolata in Cristo dalla Chiesa. Perché ci sono delle apparizioni e a chi sono rivolte? Le apparizioni sono delle rivelazioni private rivolte anzitutto ai veggenti, scelti da Dio con gli stessi criteri che ha usato quando era in mezzo a noi: infatti sono spesso gli ultimi, i piccoli e i semplici. Segno evidente della veridicità di un'apparizione è la loro vita; una vita che rimane semplice, nascosta, dedita al Signore e agli altri. Spesso queste apparizioni hanno un'eco profonda nella coscienza di molti, ma non si deve mai dimenticare che esse sono rivelazioni private che vanno interpretate alla luce del messaggio che Dio ha voluto mandare attraverso Maria a quel veggente e, in quel contesto e per riflesso, anche a noi. Esse non aggiungono nulla alla "rivelazione pubblica" di Dio, culminata in Cristo, e non vanno interpretate in modo assoluto e senza la luce che viene dalla Chiesa. La volontà di Maria non è mai diversa da quella di Gesù e perciò la voce della madre è la calda voce di Dio che pone Gesù nel cuore dell'uomo nella culla della Chiesa. In particolare, il messaggio di Lourdes, dove la Vergine Maria si è presentata come l'Immacolata Concezione, ci invita a riscoprire la nostra vocazione: «Il Padre ci ha scelti... per essere santi e immacolati al suo cospetto nell'amore» (Ef 1,34). Ecco la nostra chiamata: essere santi ovvero "pieni di Dio", conformi a Lui; ed essere immacolati, limpidi, puri, liberi dal peccato. La Vergine Santa ci ricorda la nostra grandezza, ci invita a raggiungerla e ci aiuta nel percorso. Come lui ha esemplarmente fatto, anche noi siamo chiamati ad accogliere il Signore Gesù, a custodire il rapporto con Lui, a seguirlo, conformandoci al suo amore. Il Vangelo di oggi ci chiama a vivere questo dinamismo della fede, a non ridurre il nostro rapporto con Dio all'osservanza superficiale di alcune regole, per sentirci a posto e - magari - meglio degli altri. Siamo chiamati al cielo, alla santità, a diventare "campioni d'amore". Ecco la nostra chiamata. Qualora l'avessimo persa di vista, qualora ci stessimo ingolfando in cose di poco conto, qualora lo sconforto stesse prendendo il sopravvento o la schiavitù del peccato ci stesse soffocando, volgiamo nuovamente lo sguardo a Maria, nostra tenera madre, preghiamola, affidando a lei i nodi della nostra vita. E serbiamo nel cuore il suo "testamento", sintesi mirabile di tutto il suo agire e del nostro vivere: «qualunque cosa [Gesù] vi dica, fatela!» (cf Gv 2,1-11). IL MESSAGGIO DI LOURDES Durante la terza apparizione, il 18 febbraio 1858, la Vergine parla per la prima volta: "Ciò che le devo dire, non è necessario scriverlo". Questo significa che Maria vuole entrare, con Bernadette, in una relazione che è propria dell'amore, che si trova al livello del cuore. Bernadette viene subito invitata ad aprire le profondità del suo cuore a ques to messaggio d'amore. Alla seconda frase della Vergine: "Vuole avere la grazia di venire qui per quindici giorni?". Bernadette è sconvolta. È la prima volta che qualcuno le si rivolge dandole del "lei". Bernadette, sentendosi così rispettata ed amata, vive l'esperienza di essere lei stessa una persona. Siamo tutti degni agli occhi di Dio perché ciascuno di noi è amato da Lui. La terza frase della Vergine: "Non le prometto di renderla felice in questo mondo ma nell'altro." Quando Gesù, nel Vangelo, ci invita a scoprire il Regno dei cieli, ci invita a scoprire, qui nel nostro mondo, un "altro mondo". Là dove c'è l'Amore, Dio è presente. Malgrado la sua miseria, la sua malattia, la sua mancanza di cultura, Bernadette è sempre stata profondamente felice. È quello il Regno di Dio, il mondo del vero Amore. Durante le prime sette apparizioni di Maria, Bernadette mostra un volto radioso di gioia, di felicità, di luce. Ma, tra l'ottava e la dodicesima apparizione, tutto cambia: il suo viso diviene triste, doloroso, ma soprattutto lei compie gesti incomprensibili.... Cammina in ginocchio fino al fondo della Grotta; ne bacia il suolo sporco e disgustoso; mangia l'erba amara; scava il suolo e prova a bere l'acqua fangosa; si imbratta il viso col fango. Poi, Bernadette guarda la folla e tutti dicono: "È pazza". Nel corso delle apparizioni Bernadette ripete gli stessi gesti. Che cosa significa? Nessuno comprende! Questo tuttavia è il cuore del "Messaggio di Lourdes". I gesti di Bernadette sono gesti biblici. Bernadette esprimerà l'incarnazione, la Passione e la Morte del Cristo. Camminare in ginocchio fino al fondo della Grotta è il gesto dell'incarnazione, dell'abbassamento di Dio fatto uomo. Mangiare le erbe amare ricorda la tradizione ebraica che si trova nei testi antichi. Imbrattarsi il viso ci riporta al profeta Isaia, quando parla del Cristo descrivendolo con i tratti del Servitore sofferente. Alla nona apparizione, "la Signora" chiederà a Bernadette di andare a scavare il suolo, dicendole: "Vada a bere ed a lavarsi". Con questi gesti, ci è svelato il mistero stesso del cuore del Cristo: "Un soldato, con la sua lancia, gli trapassa il cuore e, subito, sgorgano sangue e acqua". Il cuore dell'uomo, ferito dal peccato, è rappresentato dalle erbe e dal fango. Ma in fondo a questo cuore, c'è la vita stessa di Dio, rappresentata dalla sorgente. Quando verrà chiesto a Bernadette: "la "Signora" ti ha detto qualcosa?" lei risponderà: "Sì, ogni tanto dice: "Penitenza, penitenza, penitenza. Pregate per i peccatori". Con la parola "penitenza", bisogna intendere anche la "conversione" che consiste, come insegnato da Cristo, nel rivolgere il proprio cuore verso Dio, verso i propri fratelli. Nel corso della tredicesima apparizione, Maria si rivolge così a Bernadette: "Vada a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che vi si costruisca una cappella". "Che si venga in processione", significa camminare, in questa vita, sempre vicino ai nostri fratelli. A Lourdes, le cappelle sono state costruite per accogliere la folla di pellegrini. La cappella è la "Chiesa" che dobbiamo costruire, là dove siamo. Il 25 marzo 1858, giorno della sedicesima apparizione, Bernadette chiede alla "Signora" di dire il suo nome. "La Signora" le risponde in dialetto: "Que soy era Immaculada Councepciou", che significa "Sono l'Immacolata Concezione": è "Maria concepita senza peccato, grazie ai meriti della Croce del Cristo" (definizione del dogma promulgato nel 1854). Bernadette va subito dal parroco per trasmettergli il nome della "Signora" ed egli comprende così che è la Madre di Dio che appare alla Grotta. Più tardi, il vescovo di Tarbes, Mons. Laurence, autenticherà questa rivelazione. La firma del messaggio, quando la Signora dice il suo nome, arriva dopo tre settimane di apparizioni e tre settimane di silenzio (dal 4 al 25 marzo). Il 25 marzo è il giorno dell'Annunciazione, della "concezione" di Gesù nel seno di Maria. La Signora della Grotta ci parla della sua vocazione: è la madre di Gesù, tutto il suo essere consiste nel concepire il Figlio di Dio, è tutta per Lui. Per questo è Immacolata, abitata da Dio. Così la Chiesa ed ogni cristiano devono lasciarsi abitare da Dio per divenire a loro volta immacolati, radicalmente perdonati e graziati in modo da essere, anch'essi, testimoni di Dio. https://www.lourdes-france.com/it/il-messaggio-di-lourdes/ |