Omelia (26-01-2025)
don Andrea Varliero
Quando si leggono i libri, si leggono le persone

Era la notte del 10 maggio del 1933, sulla piazza di Babele, la Bebelplatz a Berlino: in quella notte è divampato un rogo di libri, primo segno della violenza umana. Si bruciano i libri perché ogni tipo di dittatura, sia essa religiosa, politica, militare, finanziaria, non sopporta le parole scritte da un libro. Il libro ha un potere enorme: apre all'umanità, il libro è un'idea filtrata dalla vita, incanalata nella scrittura. Sono i libri ad avermi formato, ad avermi allargato lo sguardo e il cuore. Sono i libri ad avermi indicato chi avrei desiderato essere, a donarmi le parole essenziali ai meccanismi interiori e dell'infinito. Sono i libri letti la mia unica ricchezza: gli altri possono togliere il saluto, la dignità, posso vivere alti e bassi, ma i libri rimangono sempre con me. Leggiamo sempre meno, per questo siamo sempre più poveri.
Quando entro in una biblioteca, o in una libreria, li ascolto: i libri si parlano tra loro, si rimandano come un infinito sussurro di voci. Non sono solo parole, non leggiamo per passare il tempo, ma per salvare il nostro tempo. Leggere è la prima forma di vita spirituale, è un esercizio all'arte dell'ascolto, è una forma di apertura all'altro, all'Altro, e a me stesso. Leggere è abitare il silenzio con una presenza. Il libro è una forma di comunione: offre a tutti noi un alfabeto, un immaginario, una speranza con cui poterci aprire al dialogo.
Un popolo è stato salvato da un libro, anzi da una biblioteca: la Bibbia. Quando ha perso tutto, quando tutto è stato incendiato, il Tempio, la città e l'identità, a quel popolo sono rimasti unicamente i libri portati di nascosto con loro. La Bibbia come un santuario viaggiante. Per questo, appena si è tornati dall'esilio, la nuova città e il nuovo Tempio sono stati ricostruiti a partire da quella biblioteca. È una festa bellissima quella che narra Neemia nella prima lettura: ci si emoziona, si piange e si ride, si sente la festa in piazza attorno al libro, ascoltato e compreso. Si mangia anche insieme per fare festa attorno al libro. E in quella festa ritrovo la felicità di poter condividere quelle parole la domenica insieme alla comunità, durante un percorso di vita, durante il silenzio della meditazione. I libri non sono né di destra né di sinistra: leggere l'Iliade, l'Odissea, la Divina Commedia, i Promessi Sposi, il Maestro e Margherita, Se questo è un uomo, Lezioni Americane, la Bibbia, è comprendere il grande codice della nostra civiltà. Siamo figli delle biblioteche e dei libri che hanno creato le nostre città e i nostri Paesi.
Un uomo comprende se stesso attraverso la lettura di un libro: leggendo quell'annuncio di un anno di grazia, di un giubileo di liberazione, di consolazione, di amicizia, di guarigione; leggendo che lo Spirito è sopra di lui e lo consacra Messia per tutti i popoli, quell'uomo si ritrova: «Oggi, queste parole sono compiute nella mia vita», dice Gesù di se stesso. Sorprende, nella sinagoga, quel parlare di poveri, più che di peccatori; di sofferenze, più che di colpe; di guarigione, più che di condanna, di liberazione, più che di pesi. La sinagoga di Nazaret si riempie di profumo per l'umanità ferita e fragile: c'è buio e dolore, sofferenza e bisogno, e tanto basta per far piaga nel cuore di Dio. «Forse Dio è stanco di solenni e austeri devoti, di eroi dell'etica, di eremiti pii e pensosi, forse vuole dei giullari alla san Francesco, felici di vivere» (M. Delbrêl, E. Ronchi).
Caro Teofilo, caro amico di Dio, quel libro che ascolti, quel libro che leggi, quel libro che mediti, quella bella notizia che ti è affidata ogni domenica, è frutto di una appassionata ricerca, è stata maturata dalla fatica di anni di studio, di viaggi e persone intervistate, di solitudine e di comunità. È costata persino la vita. È una solida ricerca, una ricerca scientifica di duemila anni: non puoi banalizzarla, né viverla con sufficienza, non puoi esimerti dall'intelligenza né dall'umiltà della ricerca interiore. Ogni cosa è illuminata, soprattutto dai libri: «Ho riflesso molte volte sulla nostra rigida ricerca. Mi ha dimostrato che ogni cosa è illuminata dalla luce del passato. È sempre al nostro lato, all'interno, che guarda fuori. Come dici tu, alla rovescia. Jonfen, in questo modo, io sarò sempre al lato della tua vita. E tu sarai sempre al lato della mia» (Ogni cosa è illuminata). Un filosofo, ricordando quella notte in cui una dittatura bruciò i libri scrisse: «Quando si bruciano i libri, si bruciano anche le persone». Parafrasando: quando si leggono i libri, si leggono anche le persone. Quando si legge il Vangelo, la Bibbia, si legge anche il Dio di Gesù Cristo. Quando si entra nella lettura, quella parola di guarigione e liberazione si compie in noi, oggi.