Omelia (26-01-2025) |
don Roberto Seregni |
Oggi Nella narrazione del Vangelo di Luca, per quattro volte Gesù entra in una sinagoga e, ogni volta, si trova a dover affrontare situazioni di conflitto. Quello che la liturgia di propone oggi è il primo dei quattro ingressi, che si chiude addirittura con la decisione di uccidere Gesù. In queste righe possiamo riscontrare tre infrazioni al protocollo liturgico. Prima infrazione. Il maestro si alza per leggere la scrittura, ma al posto del brano previsto dalla liturgia sinagogale, trova - e il verbo greco utilizzato da Luca indica il trovare dopo una ricerca - il brano di Isaia 61: l'investitura del Messia. Due sono i temi presenti in questo testo letto da Gesù: l'annuncio della liberazione e la predicazione dell'anno di grazia, il grande giubileo previsto dal libro del Levitico. Seconda infrazione. Dopo l'anarchica scelta di un brano alternativo rispetto a quello previsto dal protocollo liturgico, il maestro si permette pure di mutilare il testo e di tralasciare il versetto che annuncia "il giorno di vendetta di Dio" (Is 61,2b). Con questa omissione, Gesù svela una visione nuova del volto di Dio: Lui non è venuto a giudicare, condannare o sterminare, ma a salvare il mondo (Gv 3,17). Una bella differenza! Terza infrazione. Dopo aver annunciato il testo biblico, al posto di proporre, come era consueto, un commento a quella Parola scelta e ritagliata dal rotolo del profeta Isaia, Gesù annuncia un compimento: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». Gesù è il messaggero e il messaggio! Lui, il figlio del falegname, è il messia atteso. Lui è la buona notizia, è la mano che scioglie le catene, è la luce che libera dal buio, è la verità che dona vera libertà. Lui è il compimento di ogni promessa. Lui, che rompe il protocollo liturgico, compie ogni attesa in un modo completamente inatteso e apre il cuore a orizzonti inimmaginabili. Buona domenica Don Roberto Seregni |