Omelia (02-02-2025)
Omelie.org (bambini)


Buon giorno ragazzi e buona domenica.
La festa di oggi la possiamo chiamare "Giorno di Luce". Penso che in quasi tutte le chiese, infatti, abbiate fatto una piccola processione d'ingresso portando dei lumini accesi.
Cosa significa questo rito di luci?
Se avete notato, dal fondo della chiesa siete andati verso l'altare che è simbolo di Gesù. Siete andati incontro al Signore che viene! È questa una festa solenne, pari al Natale. La luce che avete tra le mani racconta la fede in Gesù luce del mondo! Una luce importante, necessaria per la vita di ogni persona. Senza luce, lo sappiamo, non c'è vita! Il sole, la luce sono necessari. E che gioia vedere che le giornate cominciano ad essere più luminose... il sole infatti è sempre più alto nel cielo regalandoci ore in più di luce.
Come abbiamo appena detto, la luce è vita, ma non solo per le piante, per gli uomini, per la natura tutta. C'è una luce necessaria non solo al corpo ma anche allo spirito, al nostro cuore! A volte capita anche a voi ragazzi di essere un po' tristi, soli, scoraggiati. In questi casi è bene cercare luce. Un modo è quello di parlare con i genitori o con un insegnante che possono dare consigli utili, ma vi dico che è anche importante rivolgere il nostro pensiero al Signore, alla sua Parola che ci illumina e ci aiuta a far uscire il nostro cuore dal buio della tristezza per aprirsi all'amore e alla amicizia.
Nel vangelo di oggi Gesù, dopo 40 giorni dalla sua nascita, dal suo Natale, viene presentato da Maria e Giuseppe al tempio come tutti i bambini ebrei. È presentato al Signore! Viene fatto conoscere al creatore della Vita! Che bello! I genitori di Gesù sanno bene che Dio è un amico, uno di famiglia! Per questo lo presentano al tempio e offrono al Signore, per il bambino, due colombi. È la semplice offerta di una famiglia povera.
Ma nel tempio troviamo altri due personaggi molto anziani, possiamo dire dei nonni.
Questi due anziani si chiamano uno Simeone - e il suo nome significa "Dio ascolta"- l'altra si chiama Anna che significa "Dio fa grazia". Anna e Simeone avevano trascorso molta parte della loro vita nel tempio, nella preghiera, alla presenza del Signore. Tutti e due erano in attesa del Messia che Dio aveva promesso, attraverso i profeti, al popolo di Israele. Simeone, pensate, aveva chiesto al Signore la grazia di non morire senza aver visto la speranza di Israele, cioè il Messia.
Proprio il giorno in cui Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio, lo Spirito di Dio suggerisce a Simeone di recarsi lì e Simeone ascolta e va, non ha alcun tentennamento.
A me impressiona molto la capacità di ascolto e di obbedienza di Simeone.
Io quando ero piccola facevo un po' fatica ad obbedire, e voi ragazzi?
C'è una obbedienza che viene richiesta a casa, a scuola, negli allenamenti, in oratorio... se si obbedisce, se si ascolta, le cose funzionano meglio... ve ne sarete accorti. Ma c'è anche una obbedienza del cuore, dettata dallo Spirito che è in noi. Vi capita mai di capire che dovete fare un favore alla mamma, che dovete essere più attenti al nonno, che sarebbe bello stare insieme a lui una mezz'ora rinunciando a un po' di gioco, oppure studiare con un ragazzo che fa più fatica?
Queste ispirazioni del cuore sono un dono del Signore e il più delle volte, se ascoltate e messe in pratica, donano gioia e benessere non solo alle persone che aiutiamo ma anche a noi stessi.
Il vecchio Simeone ascolta la voce dello Spirito nel suo cuore e si reca al tempio nello stesso momento in cui Gesù viene portato li. Anche se i suoi occhi sono quasi ciechi, gli occhi del suo cuore invece sono aperti e attenti e nel piccolo bambino, portato in braccio dalla mamma Maria, riconosce il Messia, la salvezza non solo del popolo di Israele ma anche una luce di salvezza per tutte le nazioni.
La sua gioia è davvero grande e la esprime con un cantico che ancora oggi nella chiesa si canta ogni giorno al termine della giornata. È il canto che ci fa riconoscere che il Signore ci è venuto incontro durante il giorno.
Può succedere, a volte, che qualcuno vada a letto scontento, scoraggiato, preoccupato per l'interrogazione del giorno dopo, qualcuno addirittura può andare a letto anche un pochino arrabbiato ma questo, a un ragazzo che crede in Gesù, non deve accadere.
Per questo voglio dirvi un piccolo segreto. Per addormentarvi contenti, cercate di pensare alla giornata trascorsa e trovate i momenti di gioia e di aiuto che avete avuto. Non è possibile che siano mancati! Ad esempio la mamma che ha fatto un dolce buono, oppure il compagno di classe che vi ha aiutato, o l'allenamento che è stato divertente, o il papà che è tornato prima dal lavoro e ha giocato con voi. Dietro ogni dono siamo chiamati a vedere la tenerezza del Signore che viene a visitarci sempre. Ecco che allora anche noi, come il vecchio Simeone, possiamo addormentarci contenti perché i nostri occhi hanno visto la bontà del Signore per noi.
Buona domenica
Commento a cura di Piera Cori