Omelia (02-02-2025) |
don Lucio D'Abbraccio |
La Luce di Cristo: una guida per la nostra vita! Quaranta giorni dopo il Natale, la Chiesa celebra la festa della Presentazione del Signore al Tempio, evento di cui parla Luca nel suo Vangelo. Questa festa è un momento che illumina il mistero della nostra fede e ci invita a riflettere sulla luce di Cristo che viene a illuminare il mondo. Il Vangelo di oggi ci presenta la scena di Maria e Giuseppe che portano Gesù al Tempio, adempiendo fedelmente alla legge mosaica: «Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore». In questo atto di fedeltà e obbedienza, vediamo l'umiltà e la dedizione della Sacra Famiglia non solo ad osservare la legge ma soprattutto a fare la volontà di Dio. Nel Tempio incontriamo anche due figure straordinarie: il vecchio Simeone e la profetessa Anna. Simeone, «uomo giusto e pio [...], mosso dallo Spirito, si recò al tempio» e, in quel Bambino che «accolse tra le sue braccia», riconosce il Messia promesso. Simeone, annota l'evangelista Luca, benedicendo Dio disse: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Simeone, dunque, proclama che Gesù è «luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Questa luce che Gesù porta nel mondo è simbolizzata dalle candele che oggi benediciamo. Questa festa, infatti, è anche conosciuta come la festa della Candelora, per il rito della benedizione delle candele, simbolo potente della luce divina che brilla nelle tenebre. Oltre a Simeone, san Luca parla anche di Anna. Questa donna, anziana e vedova, aveva 84 anni, era una profetessa e «non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere». Questa profetessa, annota l'autore sacro, «sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme». Questa scena non è solo una pagina di storia; è un messaggio vivo per noi oggi. Simeone e Anna ci insegnano l'importanza dell'attesa vigilante e della fede profonda. Essi rappresentano il popolo credente che non si lascia abbattere dalle difficoltà della vita, ma rimane fermo nella speranza delle promesse di Dio. Anche noi, come loro, siamo chiamati a riconoscere la presenza di Cristo nella nostra vita quotidiana, a portare la sua luce nel mondo e ad essere testimoni della sua redenzione. Ebbene, in questa celebrazione, le candele che abbiamo benedetto all'inizio della Messa hanno un significato profondo. Esse simboleggiano Cristo, che è la luce del mondo, venuto per dissipare le tenebre del peccato e della morte. Le candele rappresentano, dunque, la luce di Cristo che illumina le nostre vite, ci guida nei momenti di oscurità e ci ricorda la sua presenza costante. La candela accesa è segno della nostra fede, della nostra chiamata a ricevere la luce di Cristo e a portarla agli altri. E allora, quando nelle nostre case accenderemo queste candele benedette, rinnoviamo il nostro impegno a essere portatori della sua luce nel mondo, a diffondere amore, speranza e compassione ovunque andiamo perché, come ci ricorda il Vangelo di Matteo: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (cf Mt 5,16). La benedizione delle candele ci invita anche a riflettere sul nostro battesimo. Nel giorno in cui siamo stati battezzati, viene consegnata una candela che viene accesa al cero pasquale, segno di Cristo risorto. Oggi, accendendo e benedicendo queste candele, rinnoviamo il nostro impegno a camminare nella luce di Cristo e a non lasciarci sopraffare dalle tenebre del mondo. Inoltre, oggi, celebriamo anche la Giornata della Vita Consacrata, che san Giovanni Paolo II scelse di celebrarla annualmente proprio nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio. In questa giornata speciale, rendiamo omaggio ai nostri fratelli e sorelle che hanno scelto di consacrare la loro vita a Dio attraverso i voti religiosi. Questi uomini e donne dedicano la loro esistenza alla preghiera, al servizio e alla testimonianza del Vangelo. Essi sono come candele accese, che brillano luminose nella comunità cristiana, portando la luce di Cristo in ogni angolo del mondo. I consacrati, quando vivono pienamente la loro chiamata, irradiano la luce che ha illuminato tutta la loro esistenza; la loro vita diventa una risposta gioiosa all'iniziativa d'amore di Dio. Preghiamo per loro affinché la loro vita sia un esempio di fede e amore per tutti noi. Che questa celebrazione rafforzi in noi il desiderio di essere testimoni autentici della luce di Cristo. Chiediamo al Signore, per intercessione della sua Santissima Mamma, di rinnovare in ciascuno di noi il desiderio di seguire la sua luce e di portarla con gioia nel mondo. Che la benedizione delle candele sia per noi un segno della luce di Cristo che risplende nelle nostre vite, e che la testimonianza dei religiosi ci incoraggi a vivere la nostra fede con rinnovato entusiasmo e impegno. Amen! |