Omelia (02-03-2006)
Monaci Benedettini Silvestrini
Chi perdera' la propria vita per me, la salvera'

Avremo quaranta giorni per apprendere come si vive da veri discepoli sulle orme di Cristo, che per la prima volta preannuncia la necessità della sua passione. Sarà un Messia, non come quello glorioso confessato da Pietro e dall'aspettativa di tutto il popolo, che dovrà affrontare la morte per poi risorgere. Per chi lo segue non ci sarà altra alternativa. "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso..." A noi, come al popolo della Vecchia Alleanza, il Signore pone davanti la vita e la morte, chiedendoci di fare una scelta coerente alla nostra fede. I tre verbi del tirocinio del discepolato (rinnegare se stesso, prendere la propria croce, seguire) non lasciano spazio a comode e suggestive interpretazioni, sono elementi costitutivi, fondamentali della sequela. La vita cristiana è vivere in Cristo e questi crocifisso. "Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello". Evidentemente non si tratta di una semplice imitazione. E' una vera comunione di vita e di sacrificio con il Maestro. Ora si comprende quanto è stato detto qualche giorno fa: voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito "avrete cento volte tanto in case, fratelli... insieme a persecuzioni" e ancora: "Ma chi perderà la propria vita per me, la salverà". Accogliamo in noi la nuova vita che nasce dalla morte di Cristo, tenendoci uniti a lui. Se con lui oseremo affrontare quotidianamente la morte a noi stessi, entreremo nel piano della sua salvezza, che è venuto a donarci con la sua morte e con la sua risurrezione. "Dove sarò io, sarete anche voi".