Omelia (17-01-2025) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mc 2,1-5 Come vivere questa Parola? «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Chi può dire queste parole? Solo Cristo, solo Lui ha potuto dire questo. In quel contesto malattia e peccato erano la stessa cosa. Gesù vive la realtà del suo tempo, realizza la missione affidatagli dal Padre: la salvezza dell'uomo. Ma in quel momento le persone del suo tempo non potevano capire questo. Anche se il Messia, il Salvatore era atteso dai secoli, gli studiosi della Torah non potevano accogliere che il Cristo era, uno di loro, uno fra loro. Chi riconosce Gesù sono i poveri, i malati i peccatori e anche gli indemoniati. Questo perché si crea un incontro personale con Gesù, si stabilisce un breve dialogo, si entra in contatto con una presenza che col suo sguardo e tutto se stesso dona accoglienza, amore, liberazione e guarigione. Nei versetti proposti dalla liturgia odierna ci sono più persone che partecipano a questo incontro con Gesù: il paralitico, gli amici, i padroni della casa, i curiosi. Per ognuno l'incontro con Gesù è diverso. Per alcuni è significativo e liberante. Anche noi possiamo realizzare un incontro con Gesù che cambia e guarisce la nostra vita, questo avviene attraverso il sacramento della riconciliazione. È un evento di grazia nella mia vita. Come il paralitico anche io posso mettermi in cammino alla ricerca di un incontro con Gesù. Il paralitico ha degli amici che lo portano: anch'io posso trovare amici che mi aiutino a trovare Gesù. Come lui, consapevole di avere bisogno di guarigione, anch' io accolgo questo mio bisogno chiamando per nome la mia malattia fisica, psichica o spirituale. Ma come e quando posso sentire queste forte parole di Gesù: «Figlio, ti sono perdonati i peccati»? quando mi avvicino al sacramento della riconciliazione, confessando i miei peccati. Condizione necessaria per ricevere il perdono è un sincero pentimento dei peccati; il sacerdote, ministro di Cristo, a nome Suo mi darà l'assoluzione dei peccati.
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