Omelia (29-01-2025)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Eb 10,11-18

Come vivere questa Parola?

Gli antichi sacrifici ebraici dell'Antico Testamento sono ormai aboliti perché il sacrificio di Cristo li riassume e li supera tutti, in quanto basta da solo per salvare (= realizzare pienamente) ogni uomo e donna della terra in questo mondo e poi nel regno definitivo di Dio. Anche i tre nemici principali dell'uomo (il peccato, il dolore e la morte) sono già stati vinti da Cristo ma solo al termine della storia non avranno più alcuna influenza sull'umanità. Per questo la vita è un impegno serio di guarigione e di maturazione. Gesù si presenta allora come il Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza tra Dio e l'umanità, alleanza nella quale al posto della legge ebraica del Sinai c'è la legge del Nuovo. Testamento, che è il Vangelo; esso nel giorno del Battesimo viene posto nella sede del cuore delle persone per la formazione e la maturazione della propria vita ad opera dello Spirito Santo. La scuola quotidiana della Parola di Dio è proprio in vista di questo assorbimento quotidiano del Vangelo nella propria esistenza. La Parola viene seminata con abbondanza dalla mano provvidente di Gesù ma ci deve essere un'accoglienza diligente e attenta. Questo perché il terreno dove viene seminata la Parola siamo noi. Se il terreno è buono e adatto, il seme germoglia e cresce fino alla maturazione come figli di Dio, che diventano santi tra i santi; oppure il seme vien sprecato, perché presentiamo un terreno duro come una strada, secco e con poca terra come quello roccioso, soffocante perché imbrigliato in un cespuglio di rovi. Com'è il tuo terreno?


O Dio, dal tuo essere sgorga ogni divenire: grazie al sacrificio pieno di amore di Cristo tuo Figlio noi possiamo essere salvati/ realizzati pienamente nella totalità della nostra persona in vista dell'abbraccio definitivo con te nella vita eterna. Donaci ogni giorno il tuo Spirito perché possiamo curare bene con la sua guida Il terreno del nostro cuore, perché il seme della Parola possa germogliare in noi e produrre abbondanti frutti di santità. Te lo chiediamo per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.


La voce Catechismo della Chiesa Cattolica

1422 «Quelli che si accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera».

1424 È chiamato sacramento della Confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una «confessione», riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore.

È chiamato sacramento del Perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del sacerdote, Dio accorda al penitente «il perdono e la pace»


don Giuseppe Roggia SDB - roggiag516@gmail.com